Sebbene in gran parte d’Italia (qui dalle mie parti ad esempio) la primavera sembri ancora presentarsi solo a giorni alterni, ho già avuto modo di inaugurare la stagione degli apertivi in cortile qualche weekend fa e godermi un po’ di relax con un drink fresco in mano e qualche stuzzichino da sgranocchiare accanto.
In gran parte d’Italia l’happy hour è tendenzialmente dominato dagli Spritz (che siano a base di Aperol o Campari), che sembrano essere la prima scelta della maggior parte delle persone in queste occasioni. Non essendo un’amante dei bitter, però, in genere mi limitavo a ordinare un semplice prosecco… finché in uno dei miei primi viaggi attraverso il nord Italia accompagnando un gruppo di viaggiatori americani non mi è capitato tra le mani uno “Spritz” nuovo, dal sapore più dolce e che incontrava perfettamente i miei gusti. Il cosiddetto Hugo, che potremmo chiamare la versione “sudtirolese” del classico Spritz, sostituisce fondamentalmente la parte bitter del cocktail con uno sciroppo ai fiori di sambuco, creando un mix dal sapore delicato e che personalmente trovo anche più rinfrescante… perfetto per un aperitivo estivo!
A un primo sguardo potrebbe non essere immediato associarlo a un panorama alpino, visto che sembra il classico drink da locale cittadino (se non proprio da spiaggia), ma basta un sorso per sentirsi trasportati tra prati montani fioriti.
Da quando l’ho scoperto non c’è stato viaggio in Alto Adige che non abbia incluso almeno un aperitivo in sua compagnia, spesso presentandolo anche ai miei compagni di viaggio. Alcuni l’hanno apprezzato più di altri per il suo sapore dolce e la relativamente bassa gradazione alcolica… poi c’è stato chi l’ha semplicemente adorato al primo assaggio, finendo come me per tornare a casa con una bella bottiglia di sciroppo ai fiori di sambuco per poterlo replicare anche indipendentemente.
Comprare uno degli ingredienti principali direttamente in Sud Tirolo era necessario perché fino a poco tempo fa non era poi così facile trovare questo sciroppo nei supermercati del resto d’Italia, mentre di recente mi è capitato non solo di vederlo nei negozi (o su Amazon, dove l’ho acquistato l’ultima volta) ma addirittura di trovare l’Hugo tra le proposte di drink in alcuni bar e pub che definirei “illuminati”: più se ne parla e più si diffonde, più si diffonde e più io posso godermi questo cocktail che mi ha quasi causato dipendenza anche a distanza dal mio adorato Alto Adige, immaginando a ogni sorso di essere seduta a due passi dal Duomo di Bressanone con il mio bel bicchiere di Hugo in una mano e un bel gruppo di appassionati viaggiatori curiosi di scoprire nuovi sapori tutto intorno (si vede che mi manca tanto il mio lavoro?).

Un po’ di storia
La storia dell’Hugo non ha in realtà radici molto lontane: il drink è infatti stato inventato nel 2005 dal barman della Val Venosta Roland Gruber, che voleva realizzare uno Spritz alternativo e ha scelto di utilizzare uno sciroppo a base di melissa. Vista la difficile reperibilità di quest’ultimo, però, si è alla fine optato per lo sciroppo ai fiori di sambuco.
Questa però è solo la versione che si legge di più in giro (e che io per prima ho sentito quando ho chiesto notizie sul cocktail al barista che me l’ha servito la prima volta), ma ho scoperto che ci sono anche fonti che attesterebbero la nascita di questo drink in un rifugio di alta montagna nella Val di Fassa (quindi in Trentino, non in Alto Adige). L’invenzione risalirebbe in questo caso agli anni Novanta e sarebbe opera del figlio dei proprietari del rifugio, Filippo Debertol, che avrebbe creato l’Hugo usando lo sciroppo fatto in casa con fiori di sambuco raccolti personalmente da un ospite ricorrente, che ne portava in regalo una bottiglia ogni anno. Il nome Hugo dello Spritz sudtirolese (o in questo caso trentino) sarebbe stato dato proprio in onore dell’ospite in questione.
Se specificamente di invenzione trentina o altoatesina decido di lasciarlo scegliere a voi, ma le fonti sembrano comunque concordare sulla collocazione generale del drink nella zona delle splendide Dolomiti nel nord Italia. Se siete stati almeno una volta in questi luoghi è impossibile non averne colto la magia… per me un fresco e dissetante Hugo fa ormai parte integrante di quella magia fatta di sapori tradizionali, suoni della natura, ricco folklore e i colori accesi di quelle vette spettacolari, vere e proprie cattedrali di roccia a due passi dal cielo, che sembrano incendiarsi al tramonto.
La ricetta tradizionale
Ricreare a casa il vostro Spritz sudtirolese Hugo è davvero facilissimo, ecco di cosa avrete bisogno per ciascun calice:
- 15 cl di prosecco
- 2 cl di sciroppo di fiori di sambuco
- soda q.b.
- qualche foglia di menta
- una fettina di lime
Procedimento:
Raffreddare precedentemente un calice, poi mettervi dei cubetti di ghiaccio, versare prima il prosecco e poi lo sciroppo e la soda. Mescolare delicatamente con un bar spoon (va bene anche con la cannuccia se non lo avete… però biodegradabili please, che sono pure più carine oltre a essere green! ;)). Decorare con la fettina di lime (in alternativa limone; ho letto anche di bar in Alto Adige in cui è servito con una sottile fetta di mela, ma a me non è mai capitato) e le foglioline di menta.
Nota:
Spesso l’ho visto preparare mettendo quasi la stessa quantità di prosecco e soda e aumentando la quantità di sciroppo di sambuco per rendere il risultato più rinfrescante, aromatico e profumato, nonché leggermente meno alcolico. Anche io a casa spesso seguo queste dosi, raddoppiando la quantità di sciroppo rispetto alla ricetta originale e poi andando a occhio con prosecco e soda fino a riempimento. Il risultato è comunque molto buono… ma tecnicamente non è un Hugo tradizionale!
Fatemi sapere se avevate già avuto occasione di provare questo delizioso cocktail “nella sua patria natale” e se sì cosa ne pensate. Se invece lo state scoprendo ora vi invito a procurarvi dello sciroppo di fiori di sambuco e a creare la vostra personale versione a casa, per viaggiare idealmente verso splendidi paesaggi alpini. Non ve ne pentirete!
Alla salute!