Sul cammino di San Benedetto a Subiaco

A pochi chilometri da Roma, da cui si raggiunge in appena un’oretta di strada, Subiaco è un borgo di dimensioni non eccessive, eppure così ricco di storia e cultura che, tra un centro storico pieno di scorci caratteristici e uno splendido paesaggio naturale circostante, offre una meta ideale per una gita fuori porta in giornata partendo dalla Capitale.
Situato nella valle del fiume Aniene a due passi dai Monti Simbruini, il colpo d’occhio che Subiaco regala all’arrivo è decisamente suggestivo, con la parte medievale del borgo che si erge su quella più moderna aggrappandosi al colle, fino a culminare nell’imponente mole della Rocca.
La visita a questo piacevole angolo di Lazio può essere comodamente divisa in due parti, dedicandosi prima a quanto c’è da vedere nel centro vero e proprio del paese per poi spostarsi appena fuori (dove sorgono le attrattive per cui Subiaco è principalmente nota non solo all’interno della Regione ma un po’ in tutta Italia), oppure viceversa. Noi abbiamo seguito questo primo ordine perché abbiamo deciso di recarci verso Subiaco a metà mattinata, senza fretta, quindi avendo meno ore a disposizione prima di pranzo rispetto a dopo abbiamo deciso di rimanere in paese e dirigerci poi verso i punti di interesse legati al Cammino di San Benedetto nel primo pomeriggio – cosa che ci è stata possibile senza difficoltà legate alle temperature perché eravamo a inizio primavera, quindi abbiamo potuto beneficiare di un clima decisamente più mite, ma visto che gran parte dei percorsi che si andrebbero a fare per raggiungere il celebre Sacro Speco o il meraviglioso Laghetto di San Benedetto sono ombreggiati dagli alberi, credo che anche in periodo estivo non risulterebbe troppo disagevole (purché, nel caso del Sacro Speco, si arrivi in auto fino al parcheggio antistante l’ingresso vero e proprio del complesso; qualora l’interesse sia invece di percorrere la via a piedi partendo da fondo valle è ovviamente tutto un altro discorso!).

Rocca Abbaziale

Ecco quindi cosa offrono lo splendido paese di Subiaco e i suoi immediati dintorni:

Cosa vedere nel borgo…

Come detto, nonostante il paese conti quasi 9000 abitanti, il centro storico non è eccessivamente esteso e si lascia visitare comodamente in un paio d’ore. Il punto di partenza ideale non può che essere la Rocca Abbaziale, che domina la valle dall’alto. Trovare parcheggio lungo la strada che risale il colle non è affatto facile, ma all’interno delle mura della Fortezza è possibile trovare uno spiazzo piuttosto comodo in cui lasciare l’auto.
La Rocca, edificio originariamente dell’XI secolo eretto per scopi difensivi, è anche detta “Rocca dei Borgia” in quanto fu proprio l’allora Cardinale Rodrigo Borgia (di lì a pochi anni Papa Alessandro VI) a effettuare nel 1476 una delle serie di restauri che si sono susseguiti negli anni in questo complesso. C’è chi dice inoltre che i più famosi figli di questo futuro Papa, Cesare e Lucrezia, siano entrambi nati tra queste mura.
Attualmente della Rocca, che nei secoli è anche stata parzialmente demolita, sono visibili gli spazi esterni (incluso un piccolo cortile ai piedi della Torre dell’orologio da cui si gode di un panorama spettacolare sul resto del borgo e sulla vallata sottostante), mentre gli appartamenti interni sono stati riaperti al pubblico solo dal 1° maggio tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 10:00 alle 19:00 e, per via della situazione attuale, solo previa prenotazione da QUI. Al piano terra dell’edificio è inoltre possibile visitare il Museo delle Attività Cartarie e della Stampa (MACS), un percorso tematico multimediale dedicato a questa innovazione nell’ambito della comunicazione che, oltre a una mostra di strumenti d’epoca, offre anche un focus sul primato italiano di Subiaco in questo campo: il vicino Monastero di Santa Scolastica è infatti stato il primo luogo in Italia in cui si è stampato un libro con la tecnica a caratteri mobili.

Dopo un giro nella Rocca si scende verso il reticolato di vicoli del centro storico, in cui ci si perde con piacere, lasciandosi guidare dai tanti angoli caratteristici che vale la pena immortalare in una foto. Passeggiando lungo queste stradine si incontrano da un lato l’Oratorio e la Chiesa della Madonna della Croce, decorati con affreschi del Quattrocento e Cinquecento, e dall’altro, proprio ai piedi della discesa dalla Rocca Abbaziale, la più moderna Chiesa di Santa Maria della Valle, realizzata interamente in stile neoclassico nella seconda metà dell’Ottocento.

Sulla via per giungere a Subiaco impossibile non notare il trecentesco Ponte di San Francesco, una struttura suggestiva che collega le due sponde del fiume Aniene a poche centinaia di metri dall’Arco Trionfale di fine Settecento, che segna idealmente l’ingresso al vero e proprio centro di Subiaco. Nei pressi dell’Arco Trionfale, realizzato in onore di Papa Pio VI come segno di riconoscenza da parte della popolazione per gli interventi urbanistici da lui commissionati, si trova anche l’Info Point del paese.

Ponte di San Francesco

…e appena fuori

Per vedere gli altri principali punti di interesse del centro di Subiaco come la Basilica di Sant’Andrea (realizzata in stile neoclassico nel Settecento su una chiesa preesistente e ricostruita negli anni Cinquanta del secolo scorso dopo aver subito pesanti danni durante la Seconda Guerra Mondiale, che ospita ancora splendide opere del XVIII secolo) e la Chiesa di San Pietro (risalente all’XI in stile romanico, di cui lo splendido campanile è miracolosamente sopravvissuto perfino ai bombardamenti del 1944), suggerirei di risalire in macchina e riscendere dalla zona della Rocca verso la base del paese… strada che andrà comunque percorsa per dirigersi appena fuori dal centro abitato per ammirare le altre splendide attrattive che Subiaco offre.
Dalla Basilica di Sant’Andrea si accede anche al vicino Borgo medievale degli Opifici, altro suggestivo quartiere ricco di scorci caratteristici, e a breve distanza al Museo “Il Borgo dei Cartai”, dove è possibile approfondire la storia dell’arte della carta stampata e della tipografia in generale.

Come detto, però, una volta visitati i punti più interessanti all’interno del centro di Subiaco non si può non dirigersi lungo la Via di San Benedetto, dove si trovano gli edifici, i resti storici e i luoghi naturali per cui Subiaco è maggiormente noto.
A pochi chilometri dal centro urbano, percorrendo la cosiddetta Via dei Monasteri, si incontra infatti a un certo punto una piccola area di sosta posizionata dalla parte opposta della strada rispetto a un sito archeologico risalente al 60 d.C.: la Villa di Nerone di Subiaco. Ciò che si può ammirare oggi di quello che era un complesso mastodontico (in pieno stile neroniano, verrebbe da dire, visto che l’esteso progetto prevedeva diversi nuclei disposti intorno a tre laghetti realizzati artificialmente) è in realtà ben poco, ma sapere che gli scavi ad oggi visibili sono soltanto una minima parte della villa che l’Imperatore volle edificare in questa zona fornisce già un’idea dell’entità del progetto e testimonia l’interesse per questa zona come luogo di villeggiatura molto apprezzato dalla nobiltà romana dell’epoca.

Laghetto di San Benedetto

Da qui, se siete riusciti a trovare posto nel piccolo spiazzo di fronte all’area archeologica, potete anche procedere a piedi lungo la Provinciale 45a (tenendosi sulla destra alla biforcazione) verso la discesa che porta al fiume, altrimenti è presente un’area di parcheggio (molto più comoda) anche qui.
Una volta lasciata l’auto, prendete la discesa a zigzag che porta alle sponde dell’Aniene e, attraversato il ponticello, seguite il sentiero che costeggia il fiume e parte del bosco fino a raggiungere il cosiddetto Laghetto di San Benedetto. Questa intima oasi di pace è forse uno dei punti più fotografati nei dintorni, eppure noi abbiamo avuto la fortuna di non trovarlo pieno di gente e di poter quindi godere del silenzio e della quasi spiritualità di questo splendido angolo di natura. Il turchese delle acque della cascatella che sgorga dal verde intenso della boscaglia crea infinite sfumature di colori grazie ai raggi di luce che riescono a insinuarsi tra i rami, l’effetto è a dir poco meraviglioso… le foto quasi non gli rendono giustizia!

Visitare i monasteri

Dal Laghetto di San Benedetto si risale in macchina e si prosegue lungo la Via dei Monasteri, che risale il fianco della montagna in direzione del Monastero di Santa Scolastica prima e, andando ancora oltre, giungendo infine al Sacro Speco.
Il primo dei due luoghi sacri è uno dei tanti monasteri fondati dal Santo di Norcia in questa zona prima di spostarsi a Cassino, originariamente dedicato a San Silvestro e che ora prende il nome della sorella di Benedetto. Il Sacro Speco è invece un monastero realizzato successivamente alla permanenza del Santo in quest’area, sviluppato intorno alla grotta in cui San Benedetto visse in eremitaggio per diversi anni.

Monastero di Santa Scolastica

Mentre il primo è un complesso più esteso e variegato, interessante da visitare perché dalla sua costruzione nel sesto secolo si è evoluto col passare dei secoli, sviluppandosi intorno a chiostri di periodi e stili architettonici diversi con successive aggiunte come il campanile romanico risalente al X secolo (celebre per essere uno dei più antichi del centro Italia) e la chiesa neoclassica eretta nel Settecento, il Sacro Speco offre un’esperienza di visita molto suggestiva perché, al di là della ricchezza degli affreschi che decorano ogni angolo delle due chiese al suo interno, il complesso conserva ancora quella forte spiritualità e quel carattere di isolamento e ritiro dal mondo che vi spinse San Benedetto ben quindici secoli fa.

Se si sceglie di guidare fino al vero e proprio ingresso del complesso del Sacro Speco, ci si troverà a dover salire solo l’ultima rampa in direzione del santuario, una piacevole passeggiata lungo un viale ombreggiato solo leggermente in salita e contornato da lecci secolari. All’arrivo si è accolti dall’affascinante vista del Santuario sospeso sul fianco del Monte Taleo, una struttura dall’aspetto piuttosto austero esternamente che non lascia presagire i vividi colori degli affreschi che accoglieranno all’interno.
Non è necessario prenotare preventivamente per organizzare la propria visita perché si accede al Santuario solo con tour guidati che partono ogni 15 minuti circa, quindi basta mettersi in fila all’esterno e attendere il proprio turno. Le visite guidate non sono a pagamento, ma ovviamente qualora si gradisca è possibile lasciare un’offerta alla fine.

Appena entrati si attraversa un breve corridoio esterno con arcate che regalano splendide viste della valle. Si entra quindi nella Chiesa Superiore (risalente al XIV secolo) adornata di cicli di affreschi che raccontano diversi episodi della vita di San Benedetto e che, superato l’altare e discesi alcuni scalini, proseguono fino alla Chiesa Inferiore (questa decorata nel secolo precedente). Questo è il luogo in cui si può ammirare la grotta vera e proprio in cui San Benedetto ha vissuto durante il suo soggiorno a Subiaco, con all’interno una statua che lo raffigura.
La particolarità di questo edificio è che è stato costruito adattandosi interamente alla conformazione della parete della montagna, con spuntoni di roccia spesso a vista e con i diversi livelli disposti “a balze”: un colpo d’occhio stupefacente!

San Benedetto non concluse la sua vita a Subiaco perché subì due tentativi di avvelenamento durante la sua permanenza in zona (anche questi raccontati dagli affreschi nelle due chiese del Santuario), motivo che lo spinse a proseguire il suo cammino verso sud e a stabilirsi infine a Cassino, dove eresse la celebre Abbazia di Montecassino nel 529 d.C.
Subiaco rimane comunque un luogo fondamentale nella storia del Santo perché è qui che Benedetto iniziò a stilare la sua Regola, quella che divenne in seguito la base non solo per l’Ordine Benedettino ma anche per gran parte degli altri ordini monastici occidentali. Il Sacro Speco è infatti diventato un luogo di pellegrinaggio già nei decenni successivi al passaggio di San Benedetto, vedendo passare nei secoli anche ospiti piuttosto illustri. Un’altra curiosità che il Santuario nasconde è infatti la presenza di un affresco che rappresenta un altro importante Santo, recatosi qui in visita nel 1223 e venerato dalla Chiesa Cattolica come Patrono d’Italia: sto parlando ovviamente di San Francesco, ritratto da uno dei monaci del luogo sulle pareti del Santuario di San Benedetto, che è quindi famoso oggi per ospitare anche l’unica immagine del Santo di Assisi ritratto mentre ancora in vita (lo capiamo perché è rappresentato senza l’aureola).

Informazioni per la visita:

Il Monastero di Santa Scolastica è aperto tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:15 e dalle 15:30 alle 18:15 (17:15 nel periodo invernale).
Le visite sono condotte da guide interne, l’accesso è gratuito e non è necessaria prenotazione.
Nei giorni festivi si svolgono messe alle ore 10:00 (con canti gregoriani) e alle 16:30, nei feriali si tiene una messa cantata alle 07:45.

Il Santuario di San Benedetto (o Sacro Speco) è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:30 (ultimo ingresso alle 12:00) e dalle 15:00 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 17:30). Nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio la chiusura è anticipata di un’ora.
Per programmare una visita di domenica tenere in considerazione gli orari delle messe, che si svolgono nella Chiesa Superiore alle 9:30 e alle 11:00.
È possibile accedere al complesso solo in gruppi guidati dal personale di servizio, l’accesso è gratuito e non è necessaria la prenotazione.

Una giornata a Subiaco è sufficiente per godere appieno dell’atmosfera suggestiva del borgo e per esplorare anche gli affascinanti dintorni del paese, ma se interessati a un’esperienza più immersiva è possibile anche fermarsi a dormire nella foresteria del Monastero di Santa Scolastica. Noi ci siamo limitati a una gita in giornata e ci ha regalato ore piacevoli e lasciati desiderosi di continuare a esplorare questa parte della provincia di Roma, magari continuando a percorrere la Via di San Benedetto fino a Cassino.
Quanti di voi sono stati a Subiaco? Quali sono le vostre impressioni sul borgo e sui suggestivi scorci e le attrattive storiche che offre?

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Un pensiero su “Sul cammino di San Benedetto a Subiaco

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