Visita alle Grotte di Falvaterra, nel sud del Lazio

La scorsa domenica, con la voglia di organizzare una piccola gita fuori porta con amici a relativamente poca distanza da casa in quanto volevamo stare via solo per appena poche ore, ma con l’imperativo categorico di evitare posti in cui incorrere nell’ormai onnipresente afa (missione decisamente non semplice visto che la nostra latitudine gravita intorno alla caldissima capitale), ci siamo trovati quasi per scherzo a scoprire una vera e propria meraviglia sotterranea della nostra regione. L’idea è infatti arrivata seguendo una battuta spiritosa di Lorenzo, che dopo aver vagliato qualche alternativa ha suggerito di “chiudersi in una grotta”… e perché no? D’altronde la visita alle catacombe romane con i gruppi che accompagno è sempre una delle mie scappatoie preferite al caldo insopportabile durante la stagione estiva proprio per via della temperatura sotterranea stabile a circa 15° per tutto l’anno.
Dal momento che, volendo, anche il nostro caro Lazio offre qualche opzione che non saranno le più blasonate (a ragione!) Grotte di Frasassi, ma che comunque meritano una visita se ci si trova in zona Ciociaria, eccoci cercare qualche informazione in più sulle Grotte di Pastena e sulle vicine, sebbene a quanto pare un po’ meno conosciute, Grotte di Falvaterra. È proprio verso queste ultime che ci siamo voluti orientare per questa breve visita domenicale.  

Le Grotte di Falvaterra si trovano a circa 2-3 km dall’omonimo borgo arroccato in cima a una collina (tra l’altro davvero molto carino, è lì che siamo stati a pranzo) e a breve distanza dall’uscita dall’A1 di Ceprano, in provincia di Frosinone. Sono in realtà collegate per una sezione alle più note Grotte di Pastena, ma stando alla nostra guida hanno il (per me enorme) pregio di non presentare una nutrita popolazione di pipistrelli al loro interno.

Il percorso turistico è in realtà estremamente breve in linea d’aria, sono infatti appena 250 metri o poco più per percorrere l’itinerario dall’ingresso (un tunnel scavato artificialmente per consentire un accesso più comodo ai visitatori, visto che quando l’ingresso alle grotte è stato individuato si trattava di un’apertura molto angusta e che obbligava al passaggio in acqua) all’attuale fine della passerella, da cui si ammirano rapide, cascate e le cosiddette Marmitte dei giganti, laghetti creati dalla potenza erosiva delle acque.
L’ho comunque apprezzato perché dà già una prima introduzione alla storia delle grotte, la cui graduale evoluzione delle varie formazioni carsiche è dovuta allo scorrere per milioni di anni di acque sotterranee nelle viscere del Monte Lamia, creando impressionanti stalattiti e stalagmiti e colate di un bianco cereo davvero suggestive sulle pareti rocciose.
Si tratta inoltre di un percorso davvero adatto a tutti, non solo quindi ottimo per famiglie con bambini (anche se mi è stato riferito che anche il percorso speleo-turistico sia stato affrontato con successo anche da ragazzini dai 7 anni circa) ma anche visitatori con handicap: è infatti uno dei pochi esempi di grotte realmente accessibili per l’intera lunghezza del percorso base, snodato tra roccia e passerelle di metallo dall’inclinazione minima proprio per poter essere potenzialmente fruibili anche da visitatori in sedia a rotelle.
Durante la visita le guide (tutti volontari) offrono anche una contestualizzazione del luogo, oltre a presentare le varie peculiarità geologiche all’interno della grotta, cosicché nonostante la relativa brevità del percorso alla fine la durata totale della visita sia di circa una mezz’oretta.
È possibile visitare le Grotte di Falvaterra lungo il semplice itinerario turistico in tre slot mattutini: 10.30, 11.30 e 12.30.
Non è necessario prenotare anticipatamente ma è bene presentarsi con un buon anticipo sia perché il parcheggio non è molto ampio, e potrebbe perciò in caso di grande afflusso di visitatori essere necessario lasciare l’auto altrove, ma soprattutto perché dalla biglietteria bisogna recarsi autonomamente all’ingresso effettivo della grotta lungo un percorso per gran parte piuttosto scosceso di circa mezzo chilometro in totale, da affrontare quindi con le giuste cautele soprattutto in caso abbia piovuto la sera precedente (al ritorno invece considerare che il tratto ripido può essere effettivamente impegnativo per alcuni, sebbene sia interamente ombreggiato. Per i portatori di handicap è indicato un percorso differente di pendenza ridotta).
Il costo di questa tipologia di visita è di 5€ a persona (ridotto a 4€ per bambini tra i 6 e i 12 anni e gruppi superiori alle 20 persone, gratuito per persone con disabilità e bambini al di sotto dei 6 anni).
Appena fuori dall’ingresso c’è un piccolo spazio con alcune panche e tavolini di legno a due passi dal fiumiciattolo che sgorga dall’interno della grotta, in caso ci si voglia fermare brevemente per rilassarsi un po’ all’ombra della folta vegetazione.

Per la visita speleoturistica invece, che include anche alcune parti di vero e proprio canyoning sotterraneo (abbiamo notato le corde per risalire la cascata), esistono due diversi percorsi: il primo (itinerario A) ha una durata di circa 2 ore complessive e, dopo aver raggiunto le Marmitte dei Giganti, si prosegue oltre la cascata e la rapida fino alla sezione denominata “Meandri abbandonati”; il secondo (itinerario B) ha una durata di circa 3 ore e, dai Meandri abbandonati, prosegue oltre le Forre e fino alla zona del cosiddetto Lago lungo.
Il costo per la visita lungo il percorso A ha un costo di 35€ a persona, per il percorso B di 50€ a persona (da pagare necessariamente in contanti).
In questo caso la prenotazione anticipata è obbligatoria contattando i numeri o la mail che si trovano sul sito ufficiale delle Grotte di Falvaterra, occorrono un minimo di 2 partecipanti per partire e il costo indicato comprende anche la fornitura dell’attrezzatura di base necessaria: muta, scarpette da roccia e adatte a camminare in acqua, asciugamani e ciabatte, giacchetto salvagente, casco e luci.
Per questa tipologia di esperienza ci è stato detto che non è necessaria una preparazione speleologica particolare, ma bisogna essere in buono stato di salute e avere una certa agilità, e prima di partire si firma una liberatoria e un’autodichiarazione di idoneità fisica: come in una normale escursione di canyoning (per avere un’idea di come prepararsi, QUI ne avevo parlato relativamente all’escursione al Wadi Mujib in Giordania), è infatti necessario arrampicarsi, issarsi facendosi forza con l’aiuto di corde, si scalerà anche una cascata (ma si viene ovviamente aiutati dalla guida) e ovviamente per gran parte si sarà a contatto con l’acqua, che qui dentro è solitamente intorno ai 14°.
Le visite speleoturistiche alle Grotte di Falvaterra vengono organizzate da maggio a settembre, per via del minore afflusso d’acqua; la guida ci ha detto che anche in inverno a volte ne hanno organizzate, ma è molto raro perché dipende fortemente dalla portata d’acqua del fiume sotterraneo.

La prossima volta che ci recheremo da queste parti credo proprio che la scelta ricadrà proprio sul percorso speleoturistico A, per questa volta volevamo principalmente “tastare il terreno” e conoscere qualcosa in più di questo luogo, che ci ha però affascinati tantissimo con le sue meraviglie sotterranee al punto da volerne vedere ancora di più, spingendoci al di là delle rapide che abbiamo potuto appena intravedere in fondo all’enorme antro delle Marmitte dei giganti.
Poi ci serve decisamente una scusa per tornare a visitare il grazioso borgo di Falvaterra, che complice la calura eccessiva dell’ora di pranzo, quando siamo arrivati, non ci siamo sentiti di girare in lungo e in largo… e per fare una seconda visita alla Bottega Coquinaria, dove ci siamo rifocillati con ottimi piatti della tradizione e non solo! 🙂

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