Galleggiare sul Mar Morto e fare canyoning nel Wadi Mujib: da relax a adrenalina in pochi minuti!

Il nostro terzo giorno in terra giordana si apre salutando Petra e partendo di nuovo in direzione nord, per una tappa che ci avrebbe riavvicinati ad Amman regalandoci al contempo un pomeriggio di puro relax in un luogo assolutamente imperdibile durante un viaggio in Giordania e, la mattina successiva, offrendoci la possibilità di avventurarci in un’esperienza, per quanto mi riguarda, inaspettatamente indimenticabile: il caratteristico Mar Morto e il vicino canyon del Wadi Mujib.

Quest’ultimo in particolare è stata un’aggiunta al mio itinerario ideale in Giordania che da sola confesso che non avrei contemplato, ma che ho trovato nel programma del Fam Trip di gruppo delle Travel Blogger Italiane e ha stuzzicato la mia curiosità, senza però convincermi davvero fino in fondo… finché non mi ci sono trovata letteralmente immersa fino al collo!

Vi racconto di più di questa avventura, di come prepararsi se si vuole affrontarla e, ovviamente, della permanenza sul Mar Morto in generale, un soggiorno piacevole e rigenerante sotto diversi punti di vista.

Alloggiare in un resort sul Mar Morto

Lungo la strada per raggiungere il nostro prossimo hotel abbiamo avuto modo di includere anche varie soste panoramiche, come lo scenico punto di osservazione sul Castello crociato di Shobak e un vicino villaggio abbandonato, entrambi dai colori tendenti all’ocra che quasi si mimetizzano nell’arido paesaggio circostante, e il belvedere da cui la vista abbraccia gran parte della Riserva della Biosfera di Dana, che con i suoi oltre 300 chilometri quadrati è la più grande riserva naturale del Paese. Ma il paesaggio ha cominciato a cambiare nettamente solo quando viriamo dalla Strada 35 in direzione ovest e, dopo qualche chilometro, in lontananza comincia a stagliarsi una linea bianca all’orizzonte, che poi si fonde con un profondo azzurro inedito nei panorami ammirati finora. Siamo arrivati sulle sponde del Mar Morto, un mare chiuso situato a oltre 400 metri sotto il livello del mare (cosa che ne fa il punto più basso della Terra!) dalle varie particolarità che lo rendono un posto quasi unico al mondo, una delle quali spiega il perché del suo nome: l’elevata salinità delle sue acque, ben oltre il 30% in più rispetto alla media di altri bacini marini, lo rende un ambiente altamente inospitale per qualunque forma di vita.

Questa caratteristica è dovuta al fatto che, ricevendo acqua da pochi fiumi e non essendoci emissari o altri canali che lo colleghino ad altri sbocchi, il Mar Morto è perlopiù isolato e, complice un’elevata evaporazione, questa mancanza di ricambio idrico fa sì che la concentrazione di sali e minerali al suo interno diventi sproporzionatamente alta rispetto alla percentuale d’acqua.
Ma, come sa chiunque fin da bambino si sia divertito a galleggiare al mare molto più facilmente che al lago o in piscina, a permettere di rimanere a galla è proprio la presenza del sale nell’acqua marina… quindi è facile immaginare che l’artefice di quelle celebri foto di persone che galleggiano senza fatica sulle acque del Mar Morto, magari con una rivista in mano per rendere lo scatto ancora più giocoso, è proprio l’altissima concentrazione salina.
Ovviamente, una volta arrivate e aver pranzato in hotel (dopo un’ispezione a un altro lussuosissimo resort lì vicino, il Movenpick Dead Sea Resort & Spa, realizzato con l’aspetto caratteristico di un villaggio diffuso), non abbiamo potuto esimerci dal provare anche noi questa curiosa sensazione, corredando anche i nostri scatti con “elementi di difficoltà” come libri, magazine o smartphone.

Ad ospitarci per questa mezza giornata all’insegna del benessere e del relax è stato l’Hilton Dead Sea Resort & Spa, un hotel che forse nei suoi ambienti non rifletterà in pieno l’anima caratteristica del Paese che ci ha accolti per questo viaggio al pari di altri che abbiamo visitato prima, ma che offre numerosi servizi e un graditissimo standard 5 stelle in linea con la zona in cui si trova. Questa parte del Mar Morto infatti, nella parte settentrionale del lato giordano, è piena di hotel e resort di lusso, quasi tutti dotati della propria spiaggia privata, che offrono un trattamento decisamente attento e volto a coccolare il cliente sotto più punti di vista. Ho infatti apprezzato molto questa parte del viaggio proprio perché, tra un’avventura e l’altra, bilanciare il ritmo intenso con qualche ora di meritato relax è stata la scelta perfetta… dopo il “percorso benessere” in mare, infatti, mi sono unita alle mie compagne di viaggio per sperimentare l’atmosfera suggestiva quasi al tramonto di alcune delle piscine, per poi dedicarmi un’ulteriore coccola (ehi, era pur sempre stato il mio compleanno due giorni prima!) nella Spa. Anche di quest’ultimo servizio non posso che dirmi pienamente soddisfatta: ho scelto il massaggio collo, schiena e spalle della durata di mezz’ora, ma è stato un momento che mi ha rimessa totalmente al mondo, mentre il silenzio, la luce soffusa e la musica soft che mi avvolgeva mi ha portata a socchiudere gli occhi, rilasciando le tensioni di un anno e mezzo di stress e timori e rivivendo le immagini e i colori che i due giorni precedenti mi avevano impresso nella mente: davvero un sogno!

Per saperne di più sugli alloggi che abbiamo potuto sperimentare in prima persona durante questo viaggio e quelli che ci hanno aperto le loro porte per conoscerli da vicino, vi lascio l’articolo di Paola di Family in fuga.

Percorso benessere sulle sponde del Mar Morto

Le acque, i sali e, soprattutto, i fanghi del Mar Morto hanno già di loro proprietà benefiche che permettono di completare l’esperienza per alcuni (me compresa) poco frequente di alloggiare in un resort 5* con un percorso di benessere totalmente naturale e a costo zero: sebbene si raccomandi di non rimanere a mollo nel Mar Morto per più di una quindicina di minuti, in quanto l’elevata salinità potrebbe causare arrossamenti ed eritemi della pelle (oltre a un intenso bruciore in caso di feritine esposte), una caratteristica dei sali e minerali delle sue acque è una certa oleosità, che fa sì che non secchino estremamente la pelle ma, anzi, i prodotti di cosmesi e non solo realizzati con essi risultino naturalmente idratanti.

Il ciclo che si consiglia di seguire per avere il massimo dei benefici dall’esposizione all’acqua e ai fanghi del Mar Morto senza che la salinità crei fastidi alla pelle è ben scandito da tempi piuttosto brevi: non più di un quarto d’ora circa a bagno, poi di corsa a sciacquarsi per bene con acqua dolce sotto le docce, quindi ricoprire la pelle appena umida con i fanghi (nei resort si trovano a disposizione gratuitamente nella spiaggia privata), attendere una decina di minuti che asciughi poi sciacquare nuovamente nel mare e, di nuovo, passare sotto un getto d’acqua dolce per eliminare qualunque residuo di sale.
Noi abbiamo provato e… pelle morbidissima assicurata!

Per saperne di più sulle peculiarità del Mar Morto vi invito a leggere l’articolo di Libera di Liberamente traveller, come sempre completo non solo di aneddoti di viaggio ma di interessanti curiosità e dettagli meno noti di una certa destinazione.

L’avventura nel canyon del Wadi Mujib: cosa aspettarsi e come prepararsi

Come anticipavo a inizio articolo, quello che ci attendeva la mattina del nostro quarto giorno di viaggio era il punto del programma che meno mi aveva entusiasmata all’inizio, semplicemente perché non si trattava di qualcosa che avevo studiato precedentemente come possibile tappa del viaggio ideale in Giordania su cui stavo fantasticando da qualche anno.
Da vaghe e brevi ricerche online, ho capito più o meno di cosa si trattasse, ma convinta che non avrei intrapreso l’intero percorso di risalita del fiume Wadi Mujib tra le alte e strette pareti rocciose del suo canyon, bensì ne avrei ammirato la bellezza da un livello dell’acqua accettabile (non oltre metà polpaccio) per fare qualche foto e poi girare sui tacchi, non mi sono preoccupata di mettere in valigia l’abbigliamento adatto. Errore, se non madornale, perlomeno di giudizio affrettato: non mi sono trovata male con i miei pantaloni da trekking arrotolati per l’occasione fino al ginocchio (nel mio caso andava bene perché la parte stretta non mi precludeva comunque i movimenti, ma poter piegare bene le gambe e, in generale, essere liberi nei movimenti è un requisito fondamentale per affrontare questa attività) o con le scarpe da ginnastica dal buon grip che mi hanno accompagnata per varie hike in montagna, ma entrambi si sono inzuppati al punto da costringermi a usare parte dei sedili in fondo dell’autobus come “stenditoio” (scusatemi compagni di viaggio!) durante il tragitto in direzione nord, dopo aver avuto per fortuna modo di farsi almeno una bella doccia in hotel e cambiarsi al volo in vista della prossima tappa… e nonostante questo, all’arrivo in aeroporto è stato tutto infilato frettolosamente nel trolley ancora semi-umido!

Quindi come prepararsi a questa avventura?

Beh, trattandosi di un percorso, come detto, che procede in direzione opposta rispetto al corso del fiume è bene andare in versione minimal, senza orecchini, bracciali o collane che potrebbero venire strappati via dalla forza della corrente in determinati punti (per chi come me porta gli occhiali, all’ingresso vengono forniti cordini con cui assicurarli dietro la testa). In alcune parti ci si deve arrampicare su scale a pioli o tirarsi su aiutandosi con delle corde, quindi un minimo di forza è necessaria (ma non eccessiva: la mia preparazione fisica era tutt’altro che buona ed eccomi qui, ancora tutta d’un pezzo!).
Per il resto, ovviamente è bene non avere paura dell’acqua, perché si parte dal bagnarsi appena le suole delle scarpe ma si arriva ad essere immersi anche fino alle spalle.
Al Visitor Center, dove sono presenti spogliatoi e servizi igienici e vengono forniti, gratuitamente, i giubbotti salvagente da indossare obbligatoriamente, non sono presenti armadietti, quindi è meglio lasciare i propri oggetti nell’auto/nel bus prima di entrare e portare con sé il minimo indispensabile. Se si vogliono fare foto e video, una GoPro è un’ottima idea, altrimenti si possono acquistare quelle sacchette impermeabili con cordino che si appende al collo al cui interno posizionare il proprio smartphone. Se non si è provvisti di nessuna di queste due cose, comunque, all’ingresso è possibile acquistare una borsa impermeabile da portare a tracolla, così da avere le mani libere tutto il tempo. Un altro acquisto che può tornare utile, se non si parte da casa con scarpe adatte, sono le calzature da scoglio che vengono vendute al desk dell’accettazione a 5 JOD a paio.
Riguardo l’abbigliamento, col senno di poi dei calzoncini sarebbero stati più pratici, nonostante generalmente non mi piaccia indossarli, e sotto i vestiti assolutamente raccomandato un costume anziché il normale intimo (almeno questo l’avevo indovinato!).

Il percorso completo, tra lo spingersi in una direzione e poi rientrare semplicemente percorrendo (e in alcuni casi galleggiando, lasciandosi spingere dalla corrente) la stessa via a ritroso, porta via sulle tre ore circa, senza fretta… e d’altronde fare le cose con calma è caldamente raccomandato, così come lo è non avventurarsi da soli. Mentre in alcuni articoli mi era capitato di leggere che si trattasse di un’attività alla portata di praticamente tutti, io vado controcorrente (ah ah) e dico che, dal mio punto di vista, sarebbe stata un’esperienza tutt’altro che piacevole, divertente e, soprattutto, sicura se non fossi stata con i miei compagni di viaggio e con una guida che, in alcuni punti, mi ha letteralmente dovuto prendere un piede mettendomelo sulla sporgenza dove avrei dovuto poggiarlo.
La forza del gruppo ha però fatto la differenza perché, spronandoci a vicenda, siamo praticamente tutti, anche chi come me ci credeva poco all’inizio, riusciti ad arrivare alla cascata che chiude il percorso. Da lì, poi, il ritorno è stato decisamente più spensierato, spesso condito da risate di cuore… e di qualche ottava più alte del normale (chiaro segno di tensione rilasciata!).
Ci sono punti in cui all’andata ci si arrampica e, al ritorno, si può invece scivolare sulla roccia levigata come in un acquapark sapientemente modellato da Madre Natura… altri in cui ci si può semplicemente mettere a pancia in su e ammirare la fessura sulla propria testa che avanza lentamente mentre il fiume ci spinge verso la sua foce: quest’ultimo è un altro ricordo che porterò sempre con me al termine di questo viaggio, come la quiete più totale mi ha avvolta in quei minuti a fissare il cielo tra le alte pareti di roccia dopo le urla e le risate di pochi minuti prima.

Un’esperienza davvero promossa a pieni voti, resa ancora più indimenticabile proprio dall’atteggiamento di quasi rinuncia in partenza con cui avevo intenzione di approcciarmici all’inizio. Vi suggerisco, a questo proposito, di leggere come ne ha parlato Valeria nel suo blog, che da brava Travel Coach ha anche completato il racconto dell’avventura con un’interessante spiegazione di come la forza del gruppo può influire positivamente (ma in certi casi anche negativamente) sulle dinamiche di viaggio.

Dalla zona del Mar Morto ci siamo infine spostati a nord di Amman per un pranzo in un ristorante tradizionale alle porte di Jerash, per poi dedicarci a una visita (che purtroppo, per vari contrattempi, si è rivelata più breve di quello che avremmo voluto… una scusa in più per tornare in Giordania!) di questo immenso sito archeologico di origine greco-romana, uno dei meglio conservati al mondo e per questo anche noto come la “Pompei del Medio Oriente”.

È con le immagini degli alti colonnati, delle strade lastricate, dell’imponente Porta di Adriano e dei resti del monumentale ippodromo di questa antica città ancora negli occhi che ci avviamo verso l’aeroporto, pronti a salutare (per un, si spera breve, arrivederci) questo Paese meraviglioso.  

Il viaggio è stato, come già accennato nei precedenti articoli, relativamente breve ma intenso, ci ha offerto scorci memorabili ed esperienze entusiasmanti. Ma per me una delle parti migliori (come ha dimostrato, ultima solo in ordine cronologico, l’attività di canyoning) è stata la compagnia!
Non sono solita fare viaggi di gruppo, e in questo caso avevo diversi timori: saranno tutte blogger molto più esperte di me? Mi peserà questo divario? Troverò punti di contatto? I miei dubbi non avrebbero potuto essere più infondati!
In questo gruppo eterogeneo si è infatti creata una sinergia perfetta e una simpatia reciproca quasi immediata, ho trovato ragazze e donne con professioni e status familiari diversi ma tutte accomunate dalla stessa radicata passione, blogger professioniste e altre che portano avanti questa occupazione più per hobby, viaggiatrici appassionate e compagne di avventura ideali perché, prima di ogni altra cosa, persone interessanti, curiose, amichevoli e disponibili. Ve le presento una per una e, se non lo fate già, vi consiglio di seguirle sui loro blog e sui loro canali social:

Eccoci insieme nel deserto! Da sinistra verso destra: Augusta di ByChloe, Cristina di Vi do il tiro, Paola di Family in fuga, Arianna di Tropical Spirit, Valeria di Mente in Viaggio (e, scusate il gioco di parole, mente di questo viaggio insieme alla grande assente, la fondatrice della nostra splendida community Paola di Pasta, Pizza, Scones), Libera di Liberamente traveller, Silvia di Viaggiare Zaino in Spalla, io e Virginia di Travel Gudu.

E se con questi articoli vi ho fatto venire voglia di Giordania e state pensando di organizzare il vostro prossimo viaggio in questa magnifica terra, contattatemi senza impegno per pianificare insieme il vostro itinerario personalizzato!

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14 pensieri su “Galleggiare sul Mar Morto e fare canyoning nel Wadi Mujib: da relax a adrenalina in pochi minuti!

  1. Pingback: Visitare Petra, una delle Sette Meraviglie del mondo – All Roads Lead From Home

  2. Devo ammettere che entrambe le esperienze mi sono piaciute molte , seppur tra loro siano diametralmente opposte : da un lato il relax e dall’altro l’avventura . Cosa le unisce ? Il fatto che regalino emozioni che si possono vivere solo in Giordania

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    1. Anche a me sono piaciute entrambe a loro modo: il relax ci voleva proprio per qualche oretta dopo la valanga di emozioni dei giorni prima… il canyoning è stato invece quello che, a quanto ho letto anche nei vostri articoli e ascoltato dalle compagne di viaggio che hanno chiacchierato live con te su IG nei giorni scorsi, ha accomunato tutte come “grande sorpresa del viaggio”: tappa che in molte non avremmo considerato da sole, ma che alla fine si è rivelata una delle esperienze più incredibili di tutte!

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    1. Eh sì, quando si ha modo di coccolarsi vale la pena farlo fino in fondo 😉
      Io e te ci siamo scambiate di posto in effetti, tra spa e bagno al mare: io per le tempistiche del massaggio mi sono goduta gli splendidi colori del tardo pomeriggio ma persa il momento esatto del tramonto, però ho visto le tue foto e… WOW! ❤

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    1. Quello è in effetti uno dei momenti che credo ricorderò per sempre! Lo so che lo dico di praticamente OGNI momento di questo viaggio xD ma mentre la corrente mi trasportava lentamente e vedevo il cielo scorrere attraverso la fessura del canyon sopra di noi… è stato magico, ancora di più rispetto al puro relax del pomeriggio prima perché questo veniva dopo momenti ad alto tasso adrenalinico! 😀

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  3. L’esperienza sul mar Morto è stata veramente unica! Tra il relax nelle acque salate e il canyoning non saprei quale esperienza scegliere, le rifarei entrambe e subito! Grazie per averci elogiato così tanto, è stato bello conoscervi e condividere con voi questo viaggio.

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    1. Non sono elogi tanto per ma pareri oggettivi: non è per nulla scontato per me trovarmi così bene con la compagnia che ho intorno in così poco tempo, e in un viaggio come questo trovarsi con le persone giuste ha contribuito ad almeno il 50% della buona riuscita. Quindi ancora grazie grazie grazie a tutte voi per aver impreziosito ogni momento, dai più tranquilli ai più avventurosi (come in questo caso 🙂 )

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    1. Non potrei essere più d’accordo, un itinerario in una terra meravigliosa e ricco di esperienze indimenticabili come questo non avrebbe comunque potuto regalare la stessa magia con compagni di viaggio diversi ❤
      Già non vedo l'ora di programmare un ritorno (stavolta anche con Lorenzo) per ripercorrere i nostri passi e magari approfondire ancora di più di questo Paese che sapevo che mi avrebbe conquistata… ma non sapevo quanto! 🙂

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  4. Altre due esperienze molto forti in Giordania: l’unicità del Mar Morto e l’avventura del canyon. Devo dire che ripensandoci non c’è stato un giorno che non ci ha riservato emozioni, completato poi dall’ottima compagnia e dalla perfetta sintonia che si è creata tra noi

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    1. È vero, in relativamente pochi giorni si sono concentrate così tante emozioni ed esperienze diverse, ma ognuna splendida a modo suo, che ripensandoci è difficile sceglierne una preferita 🙂

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  5. Proprio vero! In pochissima distanza si possono vivere esperienze completamente diverse e uniche! Che tra l’altro sono anche complementari l’una con l’altra! Io avrei fatto un altro pomeriggio di relax dopo il Wadi Mujib!! 😅

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