E dopo essere stati a Ostia Antica? Altre tre attrazioni che vale la pena visitare in zona

Qualche settimana fa vi avevo parlato del sito di Ostia Antica, la città portuale alla foce del Tevere che in epoca romana fiorì e cadde più o meno parallelamente all’ascesa e al declino della Capitale. Come accennato in quell’occasione, consiglio sempre una visita a questo luogo se si è a Roma per qualche giorno e si ha la possibilità di spostarsi un po’ dal centro, soprattutto se interessati a immergersi completamente in epoca antico romana laddove la città offre sì splendidi scorci e attrazioni iconiche come il Colosseo e i Fori, ma queste sorgono qua e là all’interno di un agglomerato urbano che ha continuato a evolvere e a mutare nei secoli, mentre nei resti di Ostia possiamo osservare una vera e propria fotografia dell’epoca.
Tuttavia, qualora foste in zona Ostia/Fiumicino per un’intera giornata (o qualcosina in più in caso vi capitasse di dover girovagare qualche oretta nei dintorni dell’aeroporto principale in attesa del vostro volo) e aveste voglia di completare la visita al sito archeologico con altre chicche, ecco qui di seguito un paio di ulteriori spunti di cui vorrei raccontarvi.

Cosa non perdere nel borgo di Ostia Antica (e dove mangiare!)

Ricorderete dallo scorso articolo che, dopo un primo abbandono di Ostia intorno al IX secolo in seguito alle devastanti alluvioni del Tevere e alle razzie dei Saraceni, venne a crearsi un piccolo insediamento in un’area poco distante dalla città portuale, che venne ribattezzato col nome di Papa Gregorio IV. Ancora oggi, appena alle porte del sito archeologico, non mancherete senz’altro di notare l’imponente mastio di un castello di costruzione tardo-medievale, circondato da mura che racchiudono il grazioso borghetto che si è sviluppato laddove un tempo sorgeva Gregoriopoli. Il piccolo centro storico di Ostia Antica è facilmente girabile in relativamente poco tempo, offre scorci deliziosi, la possibilità di fermarsi a mangiare in uno dei ristorantini locali e assaggiare alcune delle specialità romane più autentiche e, immancabile, la possibilità di visitare il Castello di Giulio II.
È oggi inclusa nel percorso di visita buona parte degli interni di questo maniero, la cui costruzione iniziò con un torrione commissionato nei primi del Quattrocento da Papa Martino V e poi ampliato in una vera e propria fortezza posta a difesa della foce del Tevere verso la fine dello stesso secolo per volere dell’allora Cardinale della Rovere (futuro Papa Giulio II, appunto). Dopo aver attraversato il piccolo fossato ed esplorato il pianterreno, ad oggi più spoglio perché un tempo dedicato specificamente alla funzione militare, si accede al piano nobile attraverso una scalinata monumentale riccamente decorata da affreschi attribuiti allo studio di Baldassarre Peruzzi, ancora tutti piuttosto in buono stato. Nelle stanze di questo piano è stata allestita una mostra che espone reperti, documenti e illustrazioni che raccontano l’evoluzione della storia del borgo, del castello e dell’area circostante, che dopo il tentativo di recupero quattrocentesco ha subito un secondo periodo di declino a causa di nuove tragedie che hanno afflitto il territorio: appena a metà del Cinquecento avvenne la forte alluvione di cui ho parlato nell’articolo su Ostia Antica e che finì addirittura per deviare il corso del fiume, che quindi non aveva più a quel punto un’ansa che cingeva la fortezza. Questo portò alla formazione di un terreno paludoso e malsano, che insieme all’assedio subito pochi anni prima per mano del Duca d’Alba spinse definitivamente la popolazione a un nuovo abbandono del paesino, con il castello rimasto in abbandono e per lungo tempo utilizzato solo come ricovero per bestiame e, successivamente, come prigione per i condannati ai lavori forzati.
Prima di uscire, una passeggiata sui bastioni permette una splendida vista sui dintorni: un percorso di visita che non porta via in totale molto più di una mezz’oretta/quaranta minuti, ma decisamente consigliato se ci si ferma a visitare il borgo prima o dopo la visita dell’area archeologica (e se avete tempo vi suggerisco senz’altro di completare la scoperta di questa zona così).
Il costo del biglietto per il solo castello è di 6€ per adulto e 2€ per ridotto, ma è uno dei siti che rientra nel biglietto cumulativo di 18€ con il quale si può accedere, nell’arco di 8 giorni, a tutte le attrazioni facenti parte del Parco Archeologico di Ostia Antica che trovate elencate QUI.
Anche qui è previsto l’accesso gratuito la prima domenica del mese e nelle festività già elencate nell’articolo relativo a Ostia Antica, seguendo gli orari 10:30-19:00 dal 1° marzo al 15 giugno, 13:30-19:30 dal 16 giugno al 31 ottobre e 10:30-16:30 dal 1° novembre a fine febbraio, con ultimo ingresso sempre mezz’ora prima della chiusura. I giorni di chiusura sono tutti i lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio.

Davanti all’ingresso del castello si apre la graziosa piazza della Rocca, con una fontana al centro e tutto intorno casette basse e curate, con vasi dai fiori colorati, qualche panno steso, un paio di mici qua e là che si rilassano pigramente su un davanzale o sui gradini di ingresso, un paio di viette che si diramano in varie direzioni: abbiamo fatto una passeggiata qui in mattinata, prima di pranzo, per poi visitare il sito archeologico nel pomeriggio (nel pieno dell’estate consiglio vivamente di fare al contrario perché le temperature diventano roventi!) ed è stato piacevolissimo. Appena al di là della piazza rispetto al mastio della fortezza si ammira anche la chiesa di Sant’Aurea, un tempo sede vescovile di Ostia e l’edificio religioso attorno a cui si sviluppò Gregoriopoli nel momento in cui gli ex-abitanti di Ostia Antica vi si stanziarono.
L’aspetto caratteristico del borgo, che sembra quasi fermo nel tempo, l’hanno anche reso un suggestivo setting per riprese di film e telefilm più o meno d’epoca: di recente a chi segue la serie Netflix Emily in Paris sarà capitato di ammirarne gli angoli più pittoreschi nel finale della quarta stagione, dove il fittizio paesino di Solitano è rappresentato proprio dal villaggio di Ostia Antica.
Sia all’interno che all’esterno delle mura avrete modo di fermarvi per un boccone, ci sono diverse osterie, un paio di bar, ristorantini con offerta culinaria più o meno leggera tra cui poter scegliere. Avevo letto buone recensioni anche su Arianna al Borghetto, ma noi ci siamo fermati al Bistrot Piazza Ravenna e devo dire che non posso che consigliarlo caldamente: abbiamo mangiato benissimo a prezzi onestissimi, non sarà spaziosissimo all’interno ma ha un aspetto molto caratteristico e curato, con pareti con pietra a vista, personale preciso e la cordialità con cui siamo stati accolti (per non parlare della gentilezza specialmente nell’accomodare le nostre esigenze con la bimba) sarebbe valsa anche da sola la visita. Ci torneremo senz’altro!

Alla scoperta dell’area archeologica e dell’oasi di Portus

Una visita a Ostia Antica non sarebbe poi completa (o perlomeno, potrebbe rimanervi la curiosità dopo averne sentito tanto parlare) senza anche dedicarsi alla non lontana area archeologica dei porti imperiali di Claudio e Traiano.
Abbiamo visto nel precedente articolo come, tra la metà del primo secolo e l’inizio del secondo, si rese necessaria la costruzione di altri due bacini artificiali poco più a sud di Ostia, uno circolare voluta dall’imperatore Claudio e uno successivo e più interno di forma esagonale commissionato da Traiano. Di queste strutture e delle architetture sviluppate tutto intorno (magazzini per lo stoccaggio delle merci, gli edifici dell’agglomerato urbano che crebbe attorno ai moli ecc.) non rimane forse la quantità che abbiamo invece osservato nella città di Ostia, ma bisogna considerare che il fatto che la costa sia stata “spinta in avanti” nell’arco dei secoli dai detriti portati dal fiume ha modificato di molto la geografia di quest’area: dove ora vediamo verde, perlopiù c’era mare!

L’attuale area archeologica abbraccia una parte di quello che era il Porto di Claudio (la via colonnata, sicuramente oggi un suggestivo ingresso al sito ma, possiamo immaginare, altrettanto suggestivo dev’essere stato percorrerlo una volta attraccati provenendo da chissà quale punto del Mediterraneo; quella che era un tempo la darsena, ovvero il piccolo bacino rettangolare interno al porto di Claudio realizzato però al tempo del suo successore Nerone; diversi complessi di magazzini e l’area un tempo occupata dal molo della Lanterna, ovvero il faro di Portus) fino a delimitare l’ancora ben riconoscibile perimetro esagonale del Porto di Traiano. Quest’ultimo, facente oggi parte dell’oasi naturalistica di Portus (splendida area verde dedicata alla fauna aviaria, in particolare uccelli migratori e palustri, a cui si accede a pagamento da un altro ingresso), è visibile quasi nella sua interezza da un punto panoramico all’interno degli scavi, al di sopra di quello che era il complesso dei cosiddetti Magazzini Severiani. L’ampiezza di oltre 30 metri non permette forse di apprezzarne appieno da qui la peculiarità della forma esagonale, scelta per permettere la creazione di un maggior numero di moli che consentissero l’attracco contemporaneo di molte più navi, ma se ne coglie comunque la magnificenza, per quanto oggi in larghissima parte inghiottita dalla vegetazione.
All’interno del sito archeologico si trova poi una costruzione ben più recente, ovvero il Casale Torlonia, realizzato negli anni Trenta del secolo scorso in concomitanza con i lavori di bonifica dell’area, al tempo paludosa e malsana. In questo punto la nostra mappa (di cui vi lascio la possibilità di scaricare il pdf da QUI) segnava anche un angolo ristoro, che era però chiuso quando siamo stati noi quindi non abbiamo potuto usufruirne.
Raggiungere il sito archeologico dei Porti imperiali di Claudio e Traiano richiede davvero solo pochi minuti in più rispetto al tragitto per l’aeroporto di Fiumicino, l’ingresso potrebbe all’inizio sfuggire perché situato proprio sotto un viadotto e il parcheggio è quasi inesistente, ma il fatto che qui usualmente non ci si aspetta le quantità di turisti di altre attrazioni capitoline sopperisce a questa “mancanza”. Anche la visita di per sé non porta via moltissimo: volendo è possibile girare l’intera area anche in appena un’oretta, noi siamo stati quasi mezza mattinata perché abbiamo voluto fermarci a leggere le spiegazioni delle varie costruzioni che stavamo osservando, abbiamo fatto una piccola sosta in un punto ombreggiato per far mangiare la bimba… ah, e avevamo un passeggino! Però posso dire che, tolto il punto panoramico che richiede ovviamente di salire delle scale, per il resto il sito è incredibilmente accessibile (ok, qualche dissestamento qua e là, ma stiamo parlando di un sito archeologico d’altronde, quindi non ci si aspetta una perfetta spianata). Sono stata molto felice anche di trovarlo davvero ben manutenuto per quello che potrebbe essere considerato un sito “minore” (nel senso di meno conosciuto e meno battuto), per cui pur senza aspettarsi la varietà di edifici ed estensione degli scavi di Ostia lo consiglio davvero per completare la visione di quella che era la zona portuale della Roma antica.
Anche in questo caso il costo del biglietto è di 6€ (2€ con riduzione) ma si può usufruire del biglietto cumulativo per i vari siti del Parco archeologico oppure visitare la zona gratuitamente in occasione della prima domenica del mese. Apertura tutti i giorni della settimana tranne il lunedì seguendo gli orari 10:00-17:30 dal 1° aprile al 24 ottobre (chiusura anticipata alle 17:15 nel mese di marzo e alle 16:30 negli altri mesi di bassa stagione, sempre con ultimo ingresso un’ora prima dell’orario di chiusura).

Un salto al Museo delle Navi Romane di Fiumicino

In questo caso parliamo invece di una visita davvero piuttosto breve, ma proprio per questo ideale, come suggerivo in introduzione, se si deve trascorrere qualche oretta a due passi dall’aeroporto di Fiumicino durante un layover. Il Museo delle Navi Romane è stato per me una piccola perla (noi in realtà siamo andati un giorno che eravamo comunque nel paese di Fiumicino per un giretto sul lungomare e un pranzo a base di pesce), giusto un assaggio degli incredibili tesori che Roma e i suoi dintorni hanno portato alla luce nel corso degli anni… e che presumibilmente potrebbero ancora far emergere in futuro, facendoci ragionare su quanto potenzialmente ancora ci sia da scoprire sul nostro passato e gettando nuova luce su stili di vita, tecniche di lavorazione, pesca, commercio, edilizia e altri aspetti della quotidianità in epoca romana. Perché per me questa è stata la riflessione principale provocata dalla visita a questo piccolo museo: in una sola, grande stanza sono ospitati i resti di cinque imbarcazioni di epoca romana (tre cosiddette navi caudicarie, ovvero quelle destinate al trasporto delle merci da Portus al centro di Roma lungo il fiume Tevere, un veliero e una barca dotata di vasca centrale per la conservazione del pescato ancora vivo, che proprio per questo io ho trovato la più interessante delle cinque). Questi relitti sono stati rinvenuti, insieme ad altri materiali come anfore e resti di merce trasportata e singole parti di altri natanti non ricostruibili (anche questi oggetti tutti esposti all’interno del museo), tra la fine degli anni Cinquanta e metà degli anni Sessanta, durante la costruzione dello scalo aeroportuale e delle infrastrutture per la viabilità verso lo stesso.
La struttura delle navi, una volta riportata alla luce, fu però anche esposta a un degrado accelerato del legno che le costituiva, per cui si sono resi necessari vari interventi nell’arco dei decenni per salvaguardarle e poi creare uno spazio di conservazione ed esposizione adeguato: tra le altre cose, il museo stesso è stato chiuso quasi vent’anni, riaprendo solo nel 2021, per portare a termine tutte le opere di adeguamento della struttura alle più attuali normative.
Credo che questo museo, per quanto contenuto nelle dimensioni, fornisca uno spaccato davvero interessante sul commercio marittimo a Roma nei suoi secoli di massimo splendore: considerando che sì, le vie consolari costituivano un elaborato reticolato per lo spostamento di soldati, la movimentazione merci e le comunicazioni, ma con Ostia prima e l’istituzione dei porti imperiali di Claudio e Traiano poi Roma si erse presto come uno dei principali snodi commerciali del Mediterraneo (pare che intorno al I secolo d.C. solo dall’Egitto giungessero nella Capitale in media ben 150.000 tonnellate di grano via mare!), per cui toccarne con mano questa grandezza sebbene solo tramite le ricostruzioni archeologiche e i relativamente pochi resti che si è stati in grado di recuperare nei decenni recenti apre davvero una finestra interessante su questo aspetto.

Come detto in premessa sicuramente questi tre siti fungono forse perlopiù da complemento a una visita a Ostia Antica, per quanto mi riguarda vero e proprio gioiello di questa zona: se, come me, vivete non molto lontano può anche valere la pena spostarsi periodicamente per anche solo una visita alla volta di queste attrazioni, ma partendo da più distante capisco che abbandonare le ricchezze e bellezze del centro di Roma per addentrarsi in luoghi un po’ più di nicchia possa sembrare meno appealing. Spero comunque di avervi incuriositi abbastanza da accorpare alcuni di questi gioielli meno famosi ma, a mio vedere, comunque meritevoli di essere scoperti a una futura visita alle zone tra Ostia e Fiumicino.
Fatemi sapere se li conoscevate già, se vi incuriosiscono o se ci siete già stati e, in quest’ultimo caso, che ne pensate? Li consigliereste anche voi?
Alla prossima!

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