Una delle cittadine più pittoresche del Belgio: la suggestiva Bruges

La nostra breve incursione in terra belga si conclude nella splendida Bruges, che ci ha accolti per una sola giornata (purtroppo perlopiù uggiosa e, sul finire, piovosa nonostante fosse inizio agosto). Tuttavia, il fascino di questa cittadina anche nota come la Venezia del Nord (come un po’ tutti i centri che si sono sviluppati su una rete di canali, mi verrebbe da dire) non è venuto meno anche a dispetto del brutto tempo.
Il centro storico non è estremamente esteso, perciò se siete a corto di tempo anche solo una giornata può bastare per ammirare le principali attrattive e godersi un po’ l’atmosfera romantica di una delle città più celebri della regione delle Fiandre, diventata ormai da diversi anni meta di turisti da ogni dove per via del suo aspetto pittoresco e suggestivo. Bruges non si può infatti chiamare propriamente una gemma nascosta del Belgio… e i prezzi riflettono decisamente la sua popolarità (gli alloggi possono essere in media anche più cari di sistemazioni simili a Bruxelles), che la rende più affollata di centri che ho trovato ugualmente affascinanti come, ad esempio, Gand.

In questo caso, sebbene anche Bruges possa vantare una varietà di attrazioni come musei e altri luoghi di interesse pari alle nostre tappe precedenti, ho però pensato di suddividere l’articolo in maniera diversa dal solito: oltre a darvi qualche indicazione pratica come i trasporti, gli alloggi ecc., invece di elencare le cose da vedere in città in diversi sottoparagrafi vorrei consigliarvi un itinerario a piedi simile al nostro, per ammirare tutti i punti principali della città pur trascorrendo qui una sola giornata (noi, arrivando in treno entro metà mattinata e facendo subito il check-in per lasciare le borse nel nostro B&B centralissimo, abbiamo potuto girovagare ampiamente fino alle cinque, quando ha iniziato letteralmente a diluviare, e in questo tempo siamo riusciti, se anche non ad approfondire del tutto la conoscenza con questa città, direi almeno ad assaporarne le particolarità e la bellezza inconfondibile).

A spasso per il centro di Bruges

L’esplorazione di Bruges non può che cominciare da una delle sue piazze principali: la Grote Markt, come il nome suggerisce nata come piazza del mercato (tuttora sede del mercato settimanale del mercoledì e dei mercatini natalizi), in cui si affacciano splendidi e colorati edifici medievali, il palazzo del mercato coperto e il duecentesco Belfort (o Beffroi), la torre campanaria di oltre 80 metri.
Da lì ci siamo spinti su Sint-Amandsstraat alla ricerca di un bel posticino per fare una merenda di metà mattinata (ci siamo fermati al Mey’s Art Café, cibo nella norma ma ambiente carino e particolare per via, come indicato dal nome, della presenza di opere d’arte esposte), per poi fare un giro che ci ha portati a passare accanto al teatro comunale, vicino cui sorge anche il Museo delle patatine fritte, in direzione del Poortersloge (Loggia dei Borghesi). Questo edificio dall’altissima torre, che sorge proprio di fronte a un canale in cui avveniva il carico e scarico delle merci in epoca medievale, fu costruito sul finire del Trecento come luogo d’incontro per l’élite dei mercanti di Bruges. Questa zona, oggi molto pittoresca (anche nella grigia giornata in cui l’abbiamo visitata noi) per via delle caratteristiche facciate medievali e del corso d’acqua che la attraversa, era un vero e proprio cuore per gli scambi commerciali.
Da qui siamo rientrati verso il centro, passeggiando tra viette che regalano scorci incantevoli, fino all’altra piazza principale di Bruges: De Burg, dove sorgono lo Stadhuis (Palazzo del Municipio) e la Basilica del Santo Sangue, dalla facciata riccamente ornata e che conserva una fiala di quello che si dice essere sangue di Cristo, reliquia esposta ai credenti e ai visitatori per venerazione ogni giorno tra le 14:00 e le 16:00 (il venerdì la mattina dalle 10:00 alle 11:00) e che viene portata in processione solenne per le strade della città ogni anno il giovedì della settimana in cui si celebra l’Ascensione. La chiesa è una delle basiliche minori di Bruges e si divide tra una parte inferiore risalente al XII secolo e una superiore costruita in stile gotico nel XV secolo, è accessibile gratuitamente tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:15 eccetto nell’orario delle messe (a meno che non si entri per partecipare alla celebrazione), mentre per il museo annesso si paga un biglietto di 5€ (ingresso gratuito sotto i 12 anni).
Seguendo il passaggio tra il Municipio e il Palazzo di Giustizia, abbiamo attraversato il ponticello Blinde-Ezelbrug fino al mercato coperto Vismarkt (Mercato del Pesce). Da qui siamo a soli pochi passi dal Rozenhoedkaai (Rosary Quay), l’ansa del canale Dijver con lo scorcio forse più noto e fotografato di Bruges… infatti fare anche noi la nostra foto ricordo richiede un po’ di pazienza!
Si è fatta ora di pranzo, quindi torniamo verso la Piazza del Mercato e ci fermiamo in un bistrot nell’adiacente piazzetta del Mercato delle Uova (Eiermarkt).

Rinfrancati dal pasto a base rispettivamente di cozze e patatine e waterzooi (uno stufato tipico delle Fiandre, generalmente a base di pesce ma nel mio caso in formato zuppa di pollo con patate), riprendiamo la passeggiata dirigendoci questa volta a sud del centro: percorriamo Oude Burg fino alla maestosa Cattedrale del Santo Salvatore, del Trecento, cuore religioso della città con la sua architettura gotica e gli interni decorati di numerosi esempi di arte fiamminga, poi prendiamo Mariastraat passando vicino alla Chiesa di Nostra Signora (per esigenze metereologiche torneremo in questa zona l’indomani mattina). Attraversato il ponte, proseguiamo lungo questa arteria coloratissima e piena di posti per mangiare, negozietti di souvenir, dolciumi e ovviamente frites, poi poco dopo aver passato il Museo dei diamanti (aperto tutti i giorni dalle 10:30 alle 17:30, con ingresso a 12€ senza necessità di selezionare un particolare orario di accesso) giriamo a destra in direzione del Begijnhof (Beghinaggio di Bruges). Si tratta forse della zona della città che mi ha colpito di più per la sua particolarità: una piccola oasi silenziosa ai margini del centro città, con edifici bassi dalle pareti bianchissime tutto intorno a una piazzola alberata. Un tempo l’area, come altri begijnhoven istituiti intorno al XIII secolo in tutto il Paese, era il complesso di abitazioni in cui si ritiravano le cosiddette beghine, donne rimaste vedove per via delle Crociate a cui molti uomini delle Fiandre parteciparono senza far ritorno. L’alternativa sarebbe stata entrare in convento, ma ciò avrebbe significato rinunciare al proprio status e ai propri beni; le beghine, invece, pur confacendosi a uno stile di vita votato al cattolicesimo, potevano mantenere le loro proprietà, e beneficiavano in questo modo anche della vita di comunità, più appropriata a una donna rimasta sola in quell’epoca. Molte donne benestanti finirono a occupare questi beghinaggi nel corso dei secoli, autogestendosi con la coltivazione di orti e l’allevamento in piccole fattorie all’interno del complesso e mantenendosi con l’aiuto di qualche donazione e con la produzione e vendita di merletti (tuttora un prodotto che si trova ampiamente nelle botteghe artigiane di Bruges). Ancora oggi, nel Begijnhof di Bruges si respira questa storia, che è possibile approfondire visitando la chiesa del piccolo quartiere e la casa-museo Ten Wijngaarde dedicata alla vita domestica di quell’epoca, immergendosi in un’atmosfera di pace mantenuta tale dal fatto che da ormai un secolo il complesso è abitato da una comunità di suore benedettine, per cui si chiede ai visitatori di mantenere i toni bassi e un atteggiamento rispettoso del luogo.
Dopo questa piacevole visita, la nostra camminata procede ancora più a sud, attraversando il ponte accanto alla Sashuis (la casa del guardiano della chiusa sul canale) e ci dirigiamo verso il romantico Minnewaterpark, il polmone verde dell’area sud di Bruges.
Qui purtroppo è dove il meteo comincia a precipitare irrecuperabilmente, riusciamo solo ad attraversare il parco, dirigendoci oltre il rosso Bargebrug verso il parcheggio dei bus turistici (perché avevamo bisogno di una pausa WC e qui ci sono ottimi bagni pubblici, ben puliti, al costo di 50cent a persona), per poi tornare piano piano sui nostri passi a ombrello aperto. Riusciamo appena appena ad arrivare in prossimità del nostro alloggio quando la pioggia si fa vero e proprio diluvio: inizialmente ci ripariamo in un grazioso localino a due passi dal B&B per gustarci una bevanda calda e un ultimo, ricco waffle, poi decidiamo che tutto sommato come prima esperienza a Bruges le molte ore trascorse in giro per la città possono bastarci.

Ci ritiriamo a riposarci in camera per uscire nuovamente verso ora di cena, per poi dirigerci la mattina seguente dopo colazione verso una zona ancora inesplorata (quella della Onze-Lieve-Vrouwekerk e dell’Arentshof) ma che ci tenevamo molto a vedere. Intorno alle 9 di mattina questa area è quasi del tutto deserta e per questo ancora più piacevole di quanto avrei creduto: possiamo fotografare l’iconico Bonifaciusbrug prima di attraversarlo e camminare nel parchetto accanto in un’atmosfera di assoluta pace e senza ressa, che ci lascerà un dolcissimo ricordo di questa toccata e fuga a Bruges a cui non potrà non seguire una nuova spedizione fra qualche annetto… magari durante un on the road volto a toccare anche molte altre tappe storiche delle Fiandre spingendoci fino alla costa belga e verso altre località imperdibili come Anversa e Ypres (solo per nominarne un paio) che per forza di cose non hanno trovato spazio in questo primo viaggio in questo Paese.

Visitare Bruges in un giorno di pioggia

In caso il meteo dovesse essere sfavorevole durante una delle vostre giornate di visita a Bruges, vorrei suggerirvi qualche idea di attrazioni e attività al chiuso tra quelle che abbiamo incluso nel nostro itinerario a piedi e quelle che avevamo vagliato nei giorni precedenti all’arrivo, quando le previsioni sembravano indicare che anziché darci tregua fino a tardo pomeriggio la pioggia sarebbe stata incessante quasi tutto il giorno.
Oltre alla visita delle principali chiese già menzionate, ovvero la Basilica del Santo Sangue, la Cattedrale del Santo Salvatore (aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:30 con un’ora di pausa tra l’una e le due di pomeriggio, il sabato con chiusura anticipata alle 15:30 e la domenica accessibile solo dalle 14:00 alle 17:00, ingresso libero) e la Chiesa di Nostra Signora (interni forse non indimenticabili rispetto all’architettura esterna, ma il suo gioiello è un’opera di Michelangelo, la scultura “Madonna con bambino”, per cui si paga un biglietto a parte), Bruges offre diversi musei interessanti per gli amanti dell’arte: dalla Museum-Gallery XPO dedicata a Salvador Dalì al Museo della Tortura, entrambi vicino alla Grote Markt, fino al museo Sint-Janshospitaal, ospitato nella cappella restaurata dell’ospedale di San Giovanni (del XII secolo) a due passi dalla Onze-Lieve-Vrouwekerk, al cui interno si possono ammirare non solo strumenti medici dell’epoca ma anche opere d’arte come dipinti e sculture di artisti di formazione fiamminga.
Un’esperienza che sembrava simpatico e interessante provare, anche se poi alla fine finché il tempo è stato dalla nostra parte abbiamo preferito dedicarci ad altro, era l’Historium Bruges, un museo dedicato alla Bruges medievale con audioguide e attori in costume che ne raccontano le storie: dalla descrizione mi ha dato l’idea della ricostruzione delle Canterbury Tales di Chaucer messa in scena nell’omonima cittadina inglese o dell’esperienza del Real Mary King’s Close che ho provato a Edimburgo.
Per immergersi invece nella storia nonché nelle tradizioni mangerecce fiamminghe e belghe in generale, Bruges offre diverse possibilità:

  • il già menzionato Museo dei diamanti, che oltre a ripercorrere la storia del commercio e della lavorazione di queste pietre preziose nella cittadina (dagli archivi risulta che il loro mercato a Bruges precede di molto il loro arrivo sulla scena di altre importanti città dedite al commercio marittimo come Anversa e perfino Amsterdam) permette di ammirare un’ampia collezione e, una volta al giorno, assistere a una dimostrazione di pulitura dei diamanti;
  • il Birrificio De Halve Maan (nella piazzetta Walplein, non lontano dal Diamantmuseum), ultimo a conduzione familiare rimasto in città, che organizza tour guidati per scoprire i metodi di lavorazione e, ovviamente, degustazioni del prodotto;
  • sempre dedicato alla bevanda più consumata in Belgio, vicino alla Grote Markt si trova anche la Bruges Beer Experience, museo interattivo con, anche in questo caso, degustazione finale inclusa nel tour;
  • Choco-Story, all’angolo con Sint-Jansplein: un museo dedicato alla storia del cioccolato, visitabile in autonomia con audioguide e dove è possibile ammirare, oltre a strumenti per la produzione di questa delizia, diverse sculture interamente in cioccolato di diversi tipi. Il Choco-Story è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 con ultimo ingresso consentito alle 17:00 ed è accessibile al costo di 14€ a persona (scontato a 12€ per studenti e senior sopra i 65 anni e a 8,50€ per bambini tra i 3 e gli 11 anni); per un costo che va dai 38 ai 45€, a seconda dell’esperienza prenotata, è inoltre possibile aggiungere un laboratorio di gruppo o privato alla visita del museo, con anche una dimostrazione di realizzazione delle praline e, ovviamente, degustazione finale e possibilità di portare con sé come souvenir tutte le creazioni a cui si è lavorato durante il workshop, per un’esperienza totale di circa 2 ore e mezza;
  • il Frietmuseum, anche questo già menzionato nel racconto del nostro giro a piedi per Bruges: situato accanto al teatro cittadino, il museo è dedicato alla storia delle patatine fritte, altra eccellenza belga, con mostre dedicate alla storia di questo piatto e, ovviamente, tasting inclusi. Il museo è accessibile tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso consentito alle 16:15) al costo di 11€ a persona, scontato a 9,50€ per studenti e senior oltre i 65 anni, a 6,50€ per bambini tra i 3 e gli 11 anni e gratuito al di sotto di questa età. È inoltre possibile acquistare biglietti combinati per il Museo delle patatine fritte e il Choco-Story risparmiando un bel po’ (20€ per adulto, 17€ per studenti e senior oltre i 65 anni e 12€ per bambini tra i 3 e gli 11 anni).

Come arrivare e come muoversi

Anche nel caso di Bruges, il collegamento migliore se non si è automuniti è il treno: situato sulla stessa linea ferroviaria che collega l’aeroporto di Bruxelles alla costa e che passa anche per Gand, la fermata da selezionare quando si acquista il biglietto dal sito ufficiale delle ferrovie belghe o direttamente in stazione è, semplicemente, Bruges/Brugge. La percorrenza è di poco meno di una mezz’oretta da Gand e circa un’ora da Bruxelles Midi, e il viaggio è davvero confortevole (credo di aver ampiamente espresso il mio apprezzamento per le ferrovie belghe in questi articoli!).
Dalla stazione è possibile raggiungere comodamente il centro con un bus (linee n.1 o 2, entrambe fermano tra la Cattedrale del Santo Salvatore e la Chiesa di Nostra Signora, noi abbiamo preso l’1 e siamo scesi alla fermata Dijver perché più vicina alla piazza Grote Markt e quindi più comoda rispetto al nostro alloggio) al costo di 2,50€ per corsa singola, pagabile come sempre anche con carta contactless direttamente a bordo. All’andata abbiamo optato per questa soluzione perché non ricordavamo di aver letto della navetta gratuita che gira per il centro storico, di cui ci hanno parlato anche i proprietari del B&B, quindi il giorno seguente abbiamo approfittato di questa comoda soluzione per tornare verso la stazione: c’è una fermata proprio a due passi da Grote Markt, il bus è piccolino ma le corse tra le 07:00 e le 19:00 sono piuttosto frequenti, quindi non c’è rischio di rimanere a piedi.
In alternativa, per chi preferisce, un taxi impiega pochi minuti a raggiungere il centro dalla stazione: QUI ci sono le compagnie che operano in città e le tariffe fisse.
A prescindere, guidare all’interno dell’anello centrale di Bruges può diventare difficoltoso a causa del fatto che gran parte delle strade sono a traffico limitato, per cui per chi arriva con mezzo proprio o a noleggio c’è da considerare un parcheggio esterno per poi muoversi comunque con i mezzi pubblici, affittando una bici o a piedi.

Dove mangiare e dove dormire a Bruges

Come anticipato a inizio articolo, i costi per vitto e alloggio a Bruges riflettono la popolarità della meta, per cui quando siamo andati a scegliere dove pernottare e abbiamo notato una proposta interessante per posizione (appena dietro alla Grote Markt) e bellezza della struttura ci siamo detti che tutto sommato per una notte potevamo concederci una coccola, anche se ciò significava andare un po’ oltre il nostro solito budget di media. Abbiamo perciò selezionato il B&B De Zomere, un alloggio a conduzione familiare all’interno di una struttura storica di proprietà della stessa famiglia ormai da diverse generazioni: l’attuale proprietario ha scelto di ristrutturare quella che è anche la loro abitazione utilizzando materiali di recupero in maniera creativa e con scelte di design molto particolari, rendendo le camere ognuna unica nel suo genere. Appena arrivati ci siamo sentiti subito accolti come in casa di un conoscente, tanto sono stati gentili e disponibili lui e la moglie. A colazione, poi, abbiamo goduto di prodotti locali di ottima qualità preparati direttamente da loro.
Specifico che questa non è una pubblicità sponsorizzata o simile, semplicemente (come ricorderete dal mio articolo sull’Aurora Village a Ivalo, in Lapponia finlandese) quando mi capita di poter soggiornare in una struttura caratteristica, un boutique hotel o un alloggio dal sapore così locale mi piace parlarne e consigliarlo.
In generale, dovendo indicare una zona preferita per valutare dove pernottare, essendo il centro di Bruges non eccessivamente esteso e facilmente percorribile a piedi perché praticamente tutto in piano, mi sentirei di suggerire di non allontanarsi molto dalle piazze e attrazioni centrali semplicemente per comodità e perché, tanto, tolta qualche eccezione non si andrebbe a risparmiare chissà quanto. Se però, come noi, vi trovate a prenotare a poche settimane dalla partenza e non c’è perciò molta varietà di scelta oppure, al contrario, muovendovi con anticipo avete la possibilità di approfittare di un’ottima offerta per una struttura leggermente più distante, trovo che questo non comporti un eccessivo disturbo rispetto alla flessibilità di muoversi. Mi manterrei però comunque al massimo entro un raggio di pochi chilometri, magari prediligendo la zona a sud del centro (tra il Begijnhof e il Minnewaterpark) perché molto graziosa.

Riguardo il cibo, naturalmente non mancano le specialità belghe di cui avevo parlato anche QUI come cozze e patatine fritte, praline e gaufres, e tipicamente fiamminghe come il già nominato waterzooi e la carbonade flamande… e ovviamente la possibilità di assaggiare ottime birre artigianali fiamminghe.
Come in tutte le mete turistiche direi tendenzialmente di evitare il ristorante di fronte all’attrazione principale per una questione di rapporto qualità-prezzo non sempre ottimale, tuttavia a noi è capitato di mangiare bene e a costi ragionevoli anche a pochi passi dalla Grote Markt: abbiamo pranzato al Bistrot Ter Halle nella piazzetta Eiermarkt, gustato ottimi waffle a merenda al Place de Brugge (che è anche un ristorante oltre a una tea room… ma per quanto riguarda i waffle avrete davvero l’imbarazzo della scelta su dove fermarvi, come accennato in precedenza Mariastraat e, dopo il ponte, Katelijnestraat sono pienissime di opzioni in questo senso) e provato a cenare a Het Rand, consigliatoci anche dai padroni di casa, che abbiamo però trovato strapieno (di locali più che turisti, per me ottimo segnale), dovendo ripiegare su un altro ristorante non molto lontano… buono ma non straordinario a essere onesti.
Tutto sommato, quindi, anche a Bruges abbiamo visto confermato il nostro gradimento per la cucina locale del Belgio 🙂

Come accennato, i tempi stretti della nostra vancanzetta belga non ci hanno permesso di estendere maggiormente il soggiorno qui e nelle altre due nostre tappe, così come di inserirne delle altre, ma anche nelle poche ore che la pioggia ci ha concesso prima di interrompere bruscamente il nostro passeggio tra le sue vie questa splendida cittadina medievale ci ha saputo conquistare. Nonostante si tratti ormai di una delle destinazioni più gettonate del Paese, la sua fama è ben motivata dal fascino da altri tempi che si respira nelle sue strade e tra i suoi suggestivi canali e non si soffre quel sovraffollamento sregolato che purtroppo caratterizza altre mete estremamente turistico, tanto che sono certa che Bruges tornerà a fare capolino in uno dei nostri itinerari futuri in Belgio per approfondire quanto non abbiamo avuto tempo di apprezzare in questa prima occasione.
Spero di aver trasmesso anche a voi la voglia di immergervi nell’atmosfera magica di questa celebre cittadina delle Fiandre, fatemi sapere qui sotto nei commenti se ci siete già stati (e se sì se l’avete anche voi apprezzata come me) o se sognate di visitarla durante un vostro futuro viaggio in questa terra così ricca di luoghi storici e scorci incantevoli.
Alla prossima!

3 pensieri su “Una delle cittadine più pittoresche del Belgio: la suggestiva Bruges

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