Musei di Londra: info utili e highlight di alcuni dei più importanti in città

Eccoci arrivati a fine mese e, prima di dare il benvenuto a dicembre, come promesso qualche articolo fa volevo chiudere il cerchio su Londra addentrandoci anche in alcuni dei suoi principali musei.
Inserendo molti di questi luoghi tra le proposte per cosa vedere in diversi giorni durante il vostro primo soggiorno a Londra, avevo già menzionato che una delle particolarità di questa città (che apprezzo in particolar modo) è l’apertura culturale nei confronti del visitatore: si può infatti accedere alla quasi totalità dei musei più importanti (in alcuni casi anche tra i più rilevanti d’Europa, vere e proprie miniere di tesori!) totalmente gratuitamente, potendo al massimo scegliere di lasciare un’offerta all’ ingresso.
Questa è stata una delle mie più ricorrenti battute di risposta ogni volta che accompagnavo gruppi di giovani in vacanza studio in Inghilterra e, visitando la capitale, uno di loro puntualmente esponeva la lamentela su quanto costassero attrazioni come la Torre di Londra o l’Abbazia di Westminster mentre in Italia anche nella Basilica di San Pietro si entra senza pagare: al contrario di come accade da noi, nel panorama londinese a fronte di una chiesa a (caro, su questo impossibile dar loro torto) pagamento c’è però un inestimabile British Museum a ingresso gratuito… e non mi sembra poco!

Vediamo quindi alcuni dei musei davvero imperdibili di Londra, per ciascuno di cui elencherò ovviamente le informazioni utili per la visita come gli orari di apertura, come arrivare e i principali highlight al loro interno.

British Museum

Partiamo proprio da quello che reputo uno tra i musei più rappresentativi della città, tappa imperdibile se si viene a Londra per la prima volta, che conserva oltre 8 milioni di pezzi tra reperti archeologici dalle Americhe all’Estremo Oriente, sculture classiche dell’Antica Grecia, armature giapponesi, sarcofagi egizi, imponenti statue da alcuni dei luoghi più remoti al mondo (come Hoa Hakananai’a, dall’Isola di Pasqua) e ovviamente quello che personalmente, da studiosa delle lingue, considero uno dei gioielli del museo: la Stele di Rosetta.
Le collezioni sono ospitate all’interno di un imponente edificio dallo stile esterno classico, con colonnati e timpani che lo fanno sembrare quasi un tempio antico (e beh, in un certo senso un luogo di culto lo è: un vero e proprio tempio di storia e cultura!), mentre appena all’interno si è accolti dal moderno Great Court, che dà ariosità allo spazio con il suo total white e il soffitto in vetro e ferro. Da questo atrio centrale si diramano le varie sezioni laterali e partono le due scalinate elicoidali che portano alle sezioni al piano di sopra.

Cosa non perdere e le principali sezioni a colpo d’occhio

Sebbene visitare questo museo nella sua interezza potrebbe portare via parecchie ore, con una piccola selezione e sapendo come muoversi in anticipo è possibile ridurre le tempistiche e ammirare comunque tutti i manufatti più significativi e le aree tematiche più suggestive.

Come già accennato nel primo paragrafo, sicuramente la Stele di Rosetta è uno dei tesori più degni di nota: tutti noi abbiamo visto la foto di questo importante reperto almeno una volta nei nostri libri di scuola, un importante pezzo per fornire agli archeologi una chiave di lettura per la lingua egizia. Si tratta infatti di una pietra con inciso un decreto tolemaico del II secolo a.C. riportato in tre diversi idiomi e, quindi, scritture: egizio, demotico e greco antico, in cui quest’ultima lingua è stata la svolta necessaria per permettere la decrittazione dei geroglifici.
Per rimanere in tema, direi che l’intera collezione di antiche mummie egizie merita una visita, per non parlare dell’imponente testa di Amenofi III, faraone che regnò nel XIV secolo a.C. e di cui questo mastodontico frammento di statua in granito rosso di quasi tre metri d’altezza è, insieme a un braccio (anch’esso al British Museum), tutto ciò che rimane di un colosso che lo ritraeva.
Imperdibili poi anche i frammenti di edifici dell’antichità come il Partenone di Atene (di cui il museo espone fregi e frontoni scultorei) e, a mio parere ancora più impressionante per via del fatto che si trattava di una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico oggi perdute, alcuni resti del Mausoleo di Alicarnasso.
Infine, personalmente apprezzo molto anche quello considerato il più famoso set di scacchi della storia, ovvero gli Scacchi di Lewis (così chiamati perché rinvenuti nell’isola scozzese di Lewis and Harris, nelle Ebridi Esterne): si tratta di pezzi risalenti al XII secolo finemente intagliati in avorio, di cui oggi 11 esemplari si trovano al National Museum of Scotland a Edimburgo e oltre 80 fanno invece mostra di sé proprio qui al British Museum almeno da metà dell’Ottocento.

Come procedere quindi per non perdere nessuna di queste chicche e ammirare anche altri imperdibili tesori? Dal luminosissimo Great Court, dove si trovano anche piccoli punti di ristoro e gift shop, sulla destra ci sono delle stanze dedicate a collezioni tematiche (trovate qui pezzi interessanti come un astrolabio del Trecento, il più grande sopravvissuto dall’epoca medievale, e un reliquiario francese del Quattrocento riccamente intarsiato che pare contenga una delle spine nella corona posta sul capo di Gesù durante la crocifissione), mentre sulla sinistra si aprono le ale dedicate a reperti egizi e assiri (la Stele di Rosetta è proprio qui, nella centrale sala 4). Ancora oltre, nelle stanze da 12 a 18, si estende la sezione dedicata all’Antica Grecia: i frammenti del Partenone, le statue delle Nereidi (esposte all’interno di un imponente monumento funerario) e una moltitudine di bassorilievi, ceramiche e altri oggetti decorativi si trovano in queste sale.
Proseguendo nelle stanze alle spalle del Great Court, trovate la sezione denominata Living and Dying, che esplora il concetto di benessere e caducità della vita in diverse culture (qui si trova la statua di Rapa Nui), quella dedicata alle popolazioni native del Nord America e al primo contatto di questi con i colonizzatori europei, e infine la sala dedicata a reperti provenienti dal Centro America risalenti ai secoli fino alla conquista spagnola, tra cui una splendida scultura turchese di un serpente a due teste di origine azteca.
Al piano di sopra, salendo dalla scalinata sud (sopra all’ingresso) e procedendo in senso antiorario fino alla sala 48, è dove si trovano le sezioni dedicate all’Europa medievale: gli Scacchi di Lewis sono esposti nella stanza 40, nella 41 si possono ammirare invece, tra le altre cose, i resti della nave funeraria Sutton Hoo, un’incredibile scoperta rinvenuta nel Suffolk verso la fine degli anni Trenta del secolo scorso e risalenti al VII secolo, comprendenti oggetti come gioielli, pezzi di argenteria e un elmo in ferro.
Dalla sala 49 si torna poi indietro al periodo dell’occupazione romana nei territori britannici e, gradualmente, si passa a sezioni sempre più volte a Oriente: antico Iran, Mesopotamia e altre aree del Medio Oriente. Nelle stanze da 61 a 66 si torna in Africa settentrionale ed è dove, tra le altre cose, si esplora il concetto di aldilà egizio, quindi dove si trovano le mummie e i sarcofagi. Alle spalle di queste e salendo ancora le scale si raggiungono le sale dedicate all’Estremo Oriente (Corea e Giappone), dove risaltano tra le altre cose la collezione di armature samurai.
Forse meno d’impatto per noi italiani, ma se vi rimane tempo l’ala occidentale del piano superiore è quella che ospita la sezione di reperti etruschi, romani e in generale legati alle popolazioni mediterranee.

Info utili
Indirizzo: Great Russell Street
Come arrivare: le metro più vicine sono Tottenham Court Road (linee Elizabeth e Central) oppure Holborn (Central).
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00, il venerdì fino alle 20:30, con ultimo ingresso un quarto d’ora prima della chiusura. Chiuso dal 24 al 26 dicembre compresi.
L’ingresso è libero ma si raccomanda comunque di prenotare un biglietto dal sito ufficiale (va scelta una fascia oraria ed è possibile accedere in qualsiasi momento successivo all’orario selezionato); si può anche acquistare un ingresso sul posto ma potrebbe richiedere più tempo e, a seconda dell’orario, potrebbero formarsi un po’ di file perché si dà ovviamente precedenza a chi ha già acquistato un biglietto in precedenza.

National Gallery e National Portrait Gallery

Oltre 2300 opere di alcuni dei più grandi pittori ed esempi delle principali correnti artistiche che vanno dal 1100 al 1900, esposte in questo imponente edificio che troneggia sulla centrale Trafalgar Square: la National Gallery è un altro di quei musei che non possono mancare in lista se si vuole esplorare il panorama culturale della capitale britannica.
Alle sue spalle, lungo Charing Cross Road, si apre invece la National Portrait Gallery, pinacoteca che raccoglie una delle più ampie collezioni di ritratti al mondo a partire dall’epoca rinascimentale e che, se interessati, vale la pena visitare proprio in accoppiata con il museo principale.

A maggio 2024 quella che è la più importante galleria d’arte della città festeggerà il suo primo bicentenario dalla fondazione e, in occasione della ricorrenza, si stanno preparando alcuni cambiamenti per rendere la visita ancora più ricca e piacevole. Si prospettano quindi alcune temporanee chiusure di gallerie e spostamenti di varie opere in altre zone del museo per qualche tempo.
Non sapendo ancora quanto cambierà la disposizione in seguito a queste migliorie, più che delineare un itinerario dettagliato per non perdere le sezioni principali mi limiterò quindi in questo caso al solo elenco delle opere davvero imperdibili nella National Gallery, invitandovi poi a consultare la pagina apposita sul sito ufficiale per visionare una mappa aggiornata in caso vi troviate a visitare il museo in quel periodo.

Cosa non perdere

Tra le opere considerate veri e propri gioielli della National Gallery ci sono vari dipinti di grandi maestri italiani del Rinascimento (Da Vinci, Raffaello, Tiziano e Michelangelo), di alcuni dei principali esponenti della scuola fiamminga e dei più celebri impressionisti.
Tra tutti questi mi sentirei di consigliare come pezzi imperdibili I Girasoli di Van Gogh (uno dei dipinti facenti parte dell’omonima serie, di cui un’altra tela si trova invece a Parigi), Venere e Marte di Botticelli (celebre opera in linea con altre di stampo mitologico dell’artista, come La Nascita di Venere e La Primavera, in cui torna la ricorrente somiglianza tra la dea dell’amore e la sua musa Simonetta Vespucci), la Vergine delle Rocce di Leonardo (la seconda versione, in quanto la prima, di cui molti dettagli non furono interamente apprezzati dai committenti milanesi, si trova oggi al Louvre), la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Michelangelo (opera incompiuta probabilmente a causa del trasferimento dell’artista da Roma a Firenze), la Cena in Emmaus di Caravaggio (questa invece una prima realizzazione, in quanto alla Pinacoteca di Brera è possibile ammirarne un’altra versione ma di circa cinque anni successiva a quella che, dopo essere passata per la collezione della famiglia Borghese e poi in Francia, è infine diventata nell’Ottocento parte del tesoro della National Gallery) e la più recente Bagnanti ad Asnières del neoimpressionista Seurat.
A questi aggiungerei anche altre tele che sicuramente tutti riconosceranno dai loro libri di scuola: il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, la Madonna dei garofani di Raffaello, il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eyck e la Venere Rokeby di Velàzquez.

La National Portrait Gallery è invece di dimensioni più contenute e si visita quindi più facilmente e in maniera più intuitiva: si parte, in ordine cronologico, dai ritratti dei membri della dinastia Tudor e di importanti personalità del loro tempo (Enrico VIII, Anna Bolena, Elisabetta I, Shakespeare e Thomas More, tra gli altri) per passare poi al Seicento (gli Stuart, la guerra civile di Oliver Cromwell ai tempi di Carlo I ecc.), ai ritratti di importanti uomini del Settecento (l’architetto Christopher Wren, autori come Keats e Wordsworth, scienziati come Isaac Newton) e dei regnanti nonché di importanti figure dell’epoca vittoriana (nella sezione, che ospita anche una statua di Victoria e Albert, appaiono tra gli altri i ritratti di Dickens, Darwin e del politico Benjamin Disraeli).

Info utili
Indirizzo: Trafalgar Square
Come arrivare: la metro più vicina è Charing Cross (linee Bakerloo e Northern).
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00, il venerdì fino alle 21:00. Chiuso dal 24 al 26 dicembre e il 1° gennaio.
Anche in questo caso, pur essendo l’ingresso gratuito, si raccomanda di prenotare i biglietti online in anticipo sul sito ufficiale.

Tate Modern

Quella della Tate Modern è una struttura davvero particolare, che non può non catturare l’attenzione anche solo al passaggio distratto (non fosse altro che per la posizione in cui si trova): ricavata all’interno di un’ex-centrale elettrica lungo il Tamigi, proprio di fronte al pedonale Millennium Bridge e a due passi dallo Shakespeare’s Globe. Si tratta di uno dei musei di arte moderna e contemporanea più visitati al mondo, aperto nel 2000 e che fa parte della “famiglia” Tate, che include anche un’altra galleria d’arte a Londra (la Tate Britain, dedicata specificamente all’arte britannica dal Cinquecento ai giorni nostri), un museo a Liverpool e uno in Cornovaglia.
Trovo che la location ne crei già da sola parte del fascino: al suo interno i dipinti, le sculture e le imponenti installazioni, da celebri artisti del secolo scorso come Picasso e Matisse alle opere più innovative, si innestano in spazi ampi e dall’iconico stampo industriale (come la Turbine Hall, lo spazio centrale che, come il nome suggerisce, un tempo ospitava la sala delle turbine e si innalza da appena sotto il livello da cui si accede per un’altezza pari a un edificio di almeno sei piani).

Cosa non perdere e le principali sezioni a colpo d’occhio

La conformazione del museo, seguendo l’impianto dell’ex-centrale, è piuttosto aperto, quindi è facile inquadrare i diversi livelli a colpo d’occhio già dall’ingresso e individuare come spostarsi.
Come già accennato, al livello -1 si estendono gli oltre 3000m3 della Turbine Hall, dove vengono allestite le collezioni ogni anno diverse commissionate a vari artisti contemporanei. Questo spazio separa virtualmente le due ali dell’edificio tra il Blavatnik Building da un lato e il Natalie Bell Building dall’altro (quest’ultimo è quello dal lato del Tamigi, in cui si trova anche la ciminiera).
Nei piani superiori, dal quinto a salire, si trovano una lounge per i soci e diversi punti di ristoro (un espresso bar al livello 10 del Blavarnik Building offre anche una vista panoramica sullo skyline londinese al di là del fiume).
Le collezioni permanenti si articolano tra il livello 2 e il 4, intervallate dagli spazi dedicati invece a mostre temporanee (per cui è invece necessario acquistare un biglietto).
Tra i dipinti più celebri che è possibile ammirare nella Tate Modern, i primi che mi saltano alla mente sono senz’altro il Dittico di Marilyn di Andy Warhol, Donna nuda su poltrona rossa di Pablo Picasso, Il contadinello di Amedeo Modigliani, Isole Gialle di Jackson Pollock e Lago di montagna di Dalì. Un altro pezzo di cui sicuramente qualunque visitatore a questo museo ha sentito parlare, pur magari non collegando immediatamente il titolo all’opera finché non se la trova davanti, è Concetto Spaziale. Attese, la celebre tela lacerata di Lucio Fontana. Passando invece a opere molto incisive ma di natura diversa dalla pittura, la Tate Modern vanta monumentali installazioni che occupano intere stanze così come più contenuti (nelle dimensioni ma non nel significato) esempi di arte concettuale e profonde opere audio-video.
Vale sicuramente la pena, ad esempio, immergersi in ambienti come quello dedicato a Tiny Deaths di Bill Viola, uno spazio oscuro in cui vengono proiettate tre immagini video appena percettibili accompagnate da una musica quasi inquietante, che mirano ad acuire i sensi portando lo spettatore a riflettere sul proprio io in relazione al mondo esterno, oppure l’installazione video Blindly di Zmijewski, molto toccante perché riporta immagini di persone non vedenti in un atelier intente a creare tele del cui risultato non potranno mai godere appieno, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione dello spettatore su temi sempre d’impatto come la vita con una disabilità.

Info utili
Indirizzo: Bankside
Come arrivare: le metro più vicine sono Southwark (linea Jubilee), a circa una decina di minuti a piedi, oppure (sebbene se sul lato opposto del Tamigi) anche Blackfriars, sulle linee District e Circle, è a breve distanza a piedi.
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00, con ultimo ingresso alle 17:30. Chiuso dal 24 al 26 dicembre inclusi.

Natural History Museum

Così come il quasi omologo museo newyorchese, anche in questo caso il Museo di Storia Naturale di Londra è, dei tre situati in zona South Kensington, decisamente il mio preferito… non solo perché ospita un gigantesco scheletro di dinosauro nell’atrio, sempre un benvenuto d’impatto sia per grandi che per piccoli visitatori!
L’ambiente interno del museo, appena si entra, è iconico e monumentale, con un’architettura che ricorda quasi quella di una cattedrale grazie alla maestosa scalinata dal lato opposto all’ingresso principale, gli archi, le balconate e le alte vetrate nella parte superiore.
Questo è senz’altro uno dei musei di Londra più adatto alle famiglie, perché le varie collezioni sono presentate in maniera accattivante per i più piccoli e ci sono sempre attività e iniziative volte a coinvolgerli nell’apprendimento.

Cosa non perdere e le principali sezioni a colpo d’occhio

L’interno del museo è diviso in diverse zone connotate da diversi colori: la zona blu, subito a sinistra rispetto all’atrio centrale, che include la sala con i resti di dinosauri e un’ampia collezione distribuita su più stanze e dedicata alla varietà faunistica del nostro pianeta, dalle forme marine invertebrate più semplici ai pesci, i rettili e gli anfibi fino ad arrivare ai mammiferi; la zona verde, sempre a piano terra ma sulla destra dell’atrio centrale e distribuita anche sui due piani superiori, in cui si possono ammirare insetti, esemplari di volatili e fossili di rettili marini, per poi passare al primo piano per l’area dedicata ai minerali e ai meteoriti; la zona rossa, ancora più a destra rispetto all’area precedente, in cui si incontrano la sala dedicata all’evoluzione dell’uomo al piano terra, la sezione dedicata a rocce, gemme e minerali e una sala in cui si esplora la cronologia dell’evoluzione della vita sulla Terra al primo piano e diverse sale dedicate alle forze della natura che hanno modellato il nostro pianeta (dagli agenti atmosferici a vulcani e terremoti) al secondo piano; la zona arancione, la più contenuta, oltre la zona blu e in cui è possibile trovare il Darwin Center, l’Attenborough Studio e l’esposizione di provette di alcol in cui sono conservati oltre 23 milioni di esemplari zoologici.
Imperdibili, per quanto mi riguarda, sono senz’altro l’area dedicata ai dinosauri (ça va sans dire), il modello della grande balena blu sospesa dal soffitto in una delle sale dedicate ai mammiferi (galleria non accessibile tra settembre 2023 e marzo 2024 per lavori di ammodernamento e preservazione), la sezione della sequoia gigante esposta al piano più alto della zona verde e, a seconda degli interessi personali, mi sentirei di suggerire anche la zona dei meteoriti, che per me hanno sempre il loro perché… poi per arrivarci si passa la Earth Hall con l’enorme scheletro di stegosauro, il più intatto mai rinvenuto, che fa una certa impressione!

Info utili
Indirizzo: Cromwell Road
Come arrivare: la metro più vicina è South Kensington (linee Piccadilly, District e Circle).
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:50 (ultimo ingresso alle 17:30); chiuso nei giorni dal 24 al 26 dicembre compresi.
Anche in questo caso, sebbene l’entrata sia gratuita, è possibile prenotare anticipatamente il proprio giorno e orario d’ingresso online selezionandolo dal sito ufficiale.

Science Museum

A due passi dal precedente museo, anche in questo caso mi sento di dire che, oltre ai più grandi, la visita qui è adatta anche a famiglie con bambini, sebbene forse un po’ più grandicelli: lo Science Museum raccoglie infatti collezioni che appassioneranno gli amanti delle scienze e della tecnologia, gallerie interattive e attività coinvolgenti come i simulatori di volo. L’ambiente è moderno e stimolante e adatto anche ad alcuni degli eventi particolari (in uno dei precedenti articoli avevo accennato ad esempio a una silent disco) che vengono a volte organizzati per arricchire le serate in cui il museo rimane aperto fino a tardi, in questi orari limitando però gli ingressi solo al pubblico adulto.

Cosa non perdere e le principali sezioni a colpo d’occhio

Il museo si sviluppa in maniera piuttosto lineare, con ampie sale una dopo l’altra punteggiate di reperti di diverso tipo a seconda della galleria che li ospita, salendo poi di piano in piano per passare ad altre sezioni.
Al piano terra, appena si entra, passato lo shop si attraversa la Energy Hall, in cui sono esposti diversi modelli di motori a vapore tra cui l’highlight è il cosiddetto Old Bless, il più antico ideato da James Watt e un vero e proprio pezzo di storia risalente alla rivoluzione industriale; si passa quindi alla sezione dedicata all’esplorazione dello spazio, con esposti razzi, tute spaziali e altri oggetti che raccontano come i viaggi al di là del nostro pianeta abbiano influito sull’evoluzione delle nostre tecnologie, e infine la galleria Making the Modern World, che traccia la cronologia dello sviluppo tecnologico e in cui sono distribuiti alcuni tra gli oggetti più d’impatto dell’intero museo (penso ad esempio al modulo di comando dell’Apollo 10). In questo livello si trova anche la sala IMAX per proiezioni di documentari su scienze e natura, anche in 3D.
Al piano superiore hanno aperto dal 2019 le gallerie dedicate alle raccolte di Henry Wellcome, che raccontano l’evoluzione della medicina.
Al secondo piano si trovano, in successione, la galleria Science City (dedicata all’evoluzione di Londra tra il Cinquecento e l’Ottocento), la galleria Mathematics (in cui scoprire come questa materia si può applicare ai più disparati aspetti della nostra vita) e la sezione Information Age (che traccia l’evoluzione delle comunicazioni e dell’informatica dai primi messaggi trasmessi tramite telegrafo alle tecnologie contemporanee).
L’ultimo piano è forse il più accattivante, con le sezioni Wonderlab (una serie di coinvolgenti esperimenti e spettacoli per imparare le regole della scienza e della fisica in maniera divertente), la Fly Zone (dedicata ai simulatori di volo in 3D), la galleria Flight (sezione che esplora l’evoluzione dell’aviazione, con esposti modelli di aeroplani sospesi dal soffitto) e lo spazio interattivo Engineer Your Future.
Tra i reperti davvero imperdibili del museo, quelli che mi hanno personalmente lasciata più a bocca aperta, oltre al già menzionato modulo di comando dell’Apollo 10, sono stati l’esemplare della più antica locomotiva a vapore ancora esistente (amo i treni, non è un mistero! :)), denominata Puffing Billy e situata nella galleria Making the Modern World; il prototipo della macchina Enigma (il dispositivo con cui i tedeschi crittavano le proprie comunicazioni, così complesso da aver messo a dura prova alcune delle menti più brillanti del Regno Unito per decrittarne i messaggi, fino al successo ottenuto dal team in cui operava Alan Turing) nella galleria dedicata alla matematica; il computer usato per scrivere il codice del primo sito web, esposto nella sezione Information Age; e, ultimo ma non ultimo, il frammento di roccia lunare (preservato in una teca piena di azoto per non farlo entrare in contatto con gli altri componenti dell’atmosfera terrestre) portato sulla Terra dalla missione dell’Apollo 15 e datato oltre 3 miliardi di anni… da far girare la testa!

Info utili
Indirizzo: Exhibition Road
Come arrivare: la metro più vicina è South Kensington (linee Piccadilly, District e Circle).
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00, con ultimo ingresso alle 17:30.
Per prenotare anticipatamente il proprio slot di ingresso (sempre gratuito), consultare il sito ufficiale.

Come detto all’inizio, il panorama culturale londinese è davvero vasto e variegato, mi sono soffermata solo su quelli che considero alcuni tra i principali musei della città ma meriterebbero senz’altro una menzione anche molti altri, che offrono le esperienze più disparate (il Victoria and Albert Museum, sempre in zona South Kensington, la Tate Britain, l’Imperial War Museum e le Churchill War Rooms, il London Transport Museum e il National Maritime Museum, solo per elencarne alcuni, parecchi tra l’altro già menzionati negli articoli delle settimane scorse).
Fatemi sapere, se ci siete già stati, quali tra questi vi hanno colpito di più o, se state programmando il vostro primo viaggio a Londra, oltre a dare un’occhiata a cosa sapere prima di partire ditemi quale non vorreste a tutti i costi perdere.  Se invece avete già visitato le attrazioni basilari di Londra e tornate per un secondo o terzo soggiorno per cui siete in cerca di ispirazione su qualcosa di diverso, eccovi qualche curiosità, idee per itinerari a tema e per conoscere qualche luogo un po’ meno noto della città.

Grazie per aver viaggiato virtualmente con me verso quella che considero un po’ una seconda casa in questo “mese londinese”, spero di avervi fatto compagnia con qualche spunto interessante e vi do appuntamento alla prossima settimana con una destinazione tutta nuova!

5 pensieri su “Musei di Londra: info utili e highlight di alcuni dei più importanti in città

  1. Pingback: Prima volta a Londra: cosa vedere in 3, 5 e 7 giorni – All Roads Lead From Home

    1. Per me invece è stato il contrario, ho visto prima quello di Londra e poi quello di New York, ma se ti è piaciuto quest’ultimo sono certa che apprezzerai molto anche quello di Londra. Ovviamente le dimensioni sono diverse ma di quello londinese mi piace moltissimo la struttura interna, davvero bella!
      In generale, visto che c’è sempre un buon motivo per tornare a Londra, vale la pena lasciarsi qualcosa da fare (o rifare) per la prossima capatina 😉

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  2. Veronica

    Ho vissuto a Londra per due anni e tutt’ora che vivo a sole due ore di treno, non ho ancora visitato il Tate. Dovrò rimediare in una delle prossime capatine. Aggiungerei anche il bellissimo Victoria & Albert Museum alla lista 😉

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    1. Sono d’accordo, ho menzionato il V&A en passant tra i meritevoli ma non gli ho dedicato un paragrafo apposito solo per evitare di strabordare più di quanto già non fatto, ma vale senz’altro la pena. Il panorama museale di Londra d’altronde è vastissimo, forse avrei dovuto scrivere più di un articolo e approfondire anche le altre proposte solo accennate alla fine 🙂

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