Il nostro viaggio in Perù non poteva non iniziare dalla capitale, non fosse altro che per il fatto che, ovviamente, è lì che atterrano i voli internazionali dall’Europa.
Avevamo però scelto di non dedicare moltissimo tempo a Lima, se non il minimo indispensabile per riprenderci dal lungo volo di andata, in quanto il più delle fonti concordavano nel definirla una città non bella o ammaliante al pari delle altre che avremmo avuto modo di esplorare nei giorni a venire. A malincuore, ma forse anche per una sfortunata combinazione di eventi (l’averla trovata costantemente grigia, sua caratteristica distintiva, oltre appunto alla stanchezza latente post-viaggio che ci ha attanagliato per tutto il soggiorno), mi trovo a dover confermare quell’opinione con l’impressione fugace che ho potuto farmene nei soli due giorni di permanenza.
Affrontando quindi subito l’elefante nella stanza, se dovessi dare una risposta secca alla domanda se Lima mi sia piaciuta o meno, dovrei dire di no: non la definirei una delle città più affascinanti in cui sia mai stata. Potendo però argomentare un po’ chiarirei che, appunto, i fattori di cui sopra potrebbero aver contribuito alla mia idea, che magari dedicandogli del tempo in più potrebbe rivelare molte sorprese e permettere di approfondire aspetti di cui noi abbiamo solo grattato la superficie.
A posteriori però, avendo solo i giorni che avevamo a disposizione per il nostro itinerario e potendo ora confermare l’idea che mi ero fatta che il prosieguo del viaggio ci avrebbe regalato molte più emozioni, mi sento di confermare che quei due giorni (pieni, perché siamo atterrati alle 04:30 di mattina e partiti con il volo per Arequipa intorno alle 10:00 di due giorni dopo) sono stati sufficienti e non cambierei la scelta.

Si tratta senz’altro di una città sfaccettata e non facile da racchiudere sotto un’unica definizione, sensazione che a pelle me l’ha fatta associare a Los Angeles (chissà, forse inconsciamente anche per via dell’affaccio sullo stesso Oceano, sebbene a migliaia di chilometri più a sud). I diversi quartieri in cui si divide Lima, analogamente a quanto avevo notato visitando la metropoli californiana, vivono ciascuno di vita propria e regalano atmosfere spesso diametralmente opposte: dalle zone più evidentemente benestanti come Miraflores e Barranco al decisamente meno attraente quartiere Callao, fino al variegato Centro Storico, solo per nominarne un paio.
Lima: il Centro Storico
Quest’ultimo quartiere è decisamente quello più ricco a livello culturale, se si sceglie di dedicare la permanenza a Lima alla scoperta di chiese monumentali e interessanti musei (come il Museo Metropolitano, dedicato specificamente alla storia della città dalla fondazione ai giorni nostri, e il Museo de Arte, con esposizioni di arte peruviana), ma anche più vario dal punto di vista architettonico. Ci si trova a passare da una maestosa Plaza de Armas, punteggiata di palme, cinta da palazzi di epoca coloniale con piacevoli portici e dominata su un lato dalla Cattedrale, al brulicante e a suo modo pittoresco Mercato Centrale, accanto al quartiere cinese; da angoli più eleganti come Plaza Francia e piazze imponenti come la centrale Plaza San Martin alle caotiche arterie principali, oppresse dal traffico di auto che hanno visto tempi migliori e di colectivos che vi sfrecciano in mezzo, con lo sportello aperto per richiamare a raccolta potenziali clienti urlando a gran voce la destinazione della corsa… tutto a soli pochi passi di distanza.

3 cose da vedere a Lima appena fuori dal Centro Storico
Mi limito a indicare una top 3 di zone/attrazioni che credo valgano la pena di essere incluse nel, seppur breve, soggiorno nella capitale peruviana:
Huaca Pucllana
La grande piramide di epoca pre-incaica nel cuore del quartiere Miraflores è interamente realizzata in mattoni di adobe (una miscela di argilla e fango essiccata) posti nella caratteristica posizione verticale, anziché orizzontale, e con una minima distanza tra di essi per consentire alla struttura di resistere alle eventuali scosse sismiche. Il sito archeologico è visitabile solo su prenotazione, accompagnati da una guida interna, al costo di 15 soles a persona (poco meno di 4€), ridotto a 7,5 soles per minori di 12 anni e gratuito al di sotto dei 5.
Il tour, che dura all’incirca un’oretta, oltre alla salita della piramide e a informazioni riguardo la storia del sito include la visita a un’area dedicata all’esposizione di flora e fauna locali, dove fare tra le altre cose la conoscenza di animali come lama e alpaca, che si incontreranno frequentemente nelle successive tappe del viaggio, e di cui abbiamo qui appreso le differenze principali (il muso più allungato dei primi rispetto ai secondi, il fatto che questi ultimi abbiano generalmente colorazioni uniformi mentre i primi possono presentarsi anche con un manto di più colori) e le similitudini (sì, entrambe le specie sputano e no, quello che secernono non è solo saliva ma anche un misto di vomito… bene a sapersi).
Per informazioni sui giorni e gli orari di apertura aggiornati consiglio di verificare sempre sul sito ufficiale.
Parque de la Reserva e Circuito Magico del Agua
Questa è un’attrazione relativamente recente a Lima, è infatti stata inaugurata solo nel 2007 all’interno del Parque de la Reserva, area verde presente invece da inizio Novecento e istituita in onore dei riservisti che hanno combattuto sul finire del secolo precedente nella cosiddetta Guerra del Pacifico, che ha visto le forze combinate di Perù e Bolivia contrapposte al Cile.
Per alcuni una “pacchianata”, per via degli show serali delle fontane che combinano musiche, giochi di luce e laser un po’ in stile Hotel Bellagio a Las Vegas, trovo però di fondo encomiabile l’impegno a rivalorizzare aree della città rendendole piacevoli e ordinate con progetti come quello del Circuito. Gli alti getti delle fontane e le altre attrazioni ad acqua come il tunnel o la piramide illuminate da led colorati fanno poi la loro figura non solo in quanto spettacolari di per sé, ma anche in virtù del contesto desertico in cui si sviluppa la città, rendendo la mera esistenza del Circuito Magico del Agua ancora più incredibile (quasi un’ostentazione forse, ma dal colpo d’occhio a effetto).
L’ingresso all’area è gratuito durante il giorno, in cui godersi la splendida area verse, mentre è richiesto un biglietto da 4 soles (circa 1€) per accedervi la sera, quando le fontane sono in azione con tanto di luci e sottofondo musicale.
Scogliere e lungomare
Difficile indicare un solo punto nella lunga striscia di città che si affaccia verso il Pacifico da non perdere: penso che una piacevole passeggiata lungo questo variegato spazio ampiamente sfruttato dalle persone del luogo valga comunque la pena per rilassarsi e godersi la vista, anche in mattinate uggiose come quelle che hanno accompagnato il nostro soggiorno (con la persistente nebbiolina che andava diradandosi solo nel tardo pomeriggio).
Noi siamo arrivati in vista oceano all’altezza del Parque Chino de Miraflores (il parco in stile cinese all’interno della linea verde che costeggia il limitare delle alte scogliere del quartiere Miraflores) e da lì ci siamo diretti verso sud, passando parco giochi, il faro al centro della piazzetta dedicata a eroi nazionali che hanno militato nella Marina, il coloratissimo Parque del Amor costellato da sculture romantiche e sedute decorate con mosaici colorati, senza dimenticare la zona da cui partono i lanci in parapendio in tandem con istruttori per chi vuole godersi la vista delle scogliere di Lima da un punto d’osservazione decisamente inedito. Personalmente, sebbene avessi tutta l’intenzione di spuntare finalmente questa voce dalla mia lista delle cose da fare almeno una volta nella vita, ho desistito di fronte alla scarsa visibilità della giornata.
Altra attività molto popolare da queste parti è il surf: appassionati e professionisti di questa disciplina, che dall’alto delle scogliere apparivano come tanti piccoli puntini, cavalcano ogni giorno a decine le onde che si infrangono sulla costa sottostante.
Come muoversi a Lima
All’Info Point dove ci siamo fermati per richiedere una mappa della città (lo so, la tecnologia ci permetterebbe di fare a meno del cartaceo, ma io ancora non riesco a fare a meno del mio materiale da scrapbook post-viaggio) ci hanno suggerito di spostarci perlopiù in taxi, in quanto il collegamento metropolitano (che funziona in tutto e per tutto come una metro ma è in realtà un bus) non è il massimo. In realtà io non ci ho trovato nulla che non andasse: certo, i mezzi erano spesso stracolmi, soprattutto all’andata, ma nulla che una pendolare a Roma non abbia già visto. Per andare in centro abbiamo acquistato una carta magnetica ricaricabile direttamente alla stazione a noi più vicina (Avenida Paseo de la Repùblica), caricando solo 10 soles abbiamo saldato il costo di attivazione e potuto viaggiare verso il centro (Estacion Central) e ritorno in due. Per spostamenti tra un quartiere e l’altro attraverso i punti principali della capitale, credo che questo percorso di circa 26km che taglia la città sia una delle soluzioni più comode e rapide.
Un’alternativa sono ovviamente i bus e, per chi se la sente, i già menzionati colectivos. Questi ultimi sono bus di compagnie private che non hanno veri e propri orari ma seguono un percorso prestabilito, muovendosi quando arrivano a riempimento. Nonostante la curiosità data dal mezzo senza dubbio particolare, ammetto di non essermi tuttavia spinta a utilizzarli per spostamenti interni in città, non solo perché mi sono stati sconsigliati a livello di sicurezza… ma anche perché la maggior parte di quelli che abbiamo incontrato lungo la strada avevano l’aspetto di veicoli che avrebbero potuto perdere pezzi da un momento all’altro! 🙂
Dove alloggiare a Lima
Come già premesso, Lima è una città molto diversificata e, mentre alcuni quartieri hanno un aspetto curato e piacevole, altri non trasmettono decisamente lo stesso livello di sicurezza. Soprattutto volendo godersi un po’ la città anche nelle ore serali, senza farsi prendere da immotivati timori, consiglierei di optare per alloggi in quelle zone chiaramente più tranquille: Miraflores, dove siamo stati noi, assolutamente consigliata, piena di verde e davvero piacevole, mi sono sentita costantemente a mio agio oltre ad averne apprezzato la generale pulizia; i vicini quartieri di Barranco e San Isidro sono, anche questi, sicuri e raccomandati (perlomeno il tassista che ci ha accompagnati dall’aeroporto all’alloggio al nostro arrivo ci ha detto così).
3 curiosità su Lima
La garùa: il costante velo che avvolge Lima
L’atmosfera uggiosa che ha caratterizzato il nostro soggiorno a Lima non è stata in realtà sfortuna, ma qualcosa a cui eravamo preparati: sapevamo infatti che la città è quasi perennemente abbracciata da questa fitta nebbiolina, generata da un’inversione termica attribuibile alla corrente di Humboldt (la corrente marina fredda che lambisce le coste di Perù e Cile) e poi spinta verso l’arida costa dai venti che soffiano verso est e “intrappolata” dalla relativa vicinanza delle alture nella vallata occupata dalla capitale. Questo fenomeno fa sì che Lima sia una città grigia per gran parte del tempo (pare che nei mesi invernali ci sia in media meno di un’ora di sole pieno al giorno), il che può certamente contribuire a creare un mood non proprio ottimale per i visitatori.
Un’oasi nel deserto
Come già anticipato, Lima sorge nell’area costiera del Perù, caratterizzata da un paesaggio prevalentemente arido. La città non vede infatti più di una media di 22mm di pioggia all’anno ed è circondata da zone famose per le escursioni in dune-buggy o per praticare sandboarding nel deserto.
Tutto questo premesso, le grandi quantità di verde brillante che punteggiano la città potrebbero creare qualche perplessità: a parte un fiume, il Rimac, che attraversa la parte appena al di sopra del Centro Storico, la capitale non gode di un particolare approvvigionamento di acqua dolce naturale. Eppure la municipalità di Lima è impegnata giornalmente in una massiccia opera di irrigazione artificiale, rendendo i tanti parchi e le molte aiole a bordo strada così rigogliose nonostante una generale siccità dell’area.

Capitale per volontà spagnola
Non è una sorpresa che la scelta dell’attuale capitale peruviana sia ricaduta su Lima, togliendo il titolo all’allora capitale dell’impero Inca Cuzco, per una mera questione di location. Quando i Conquistadores hanno preso il controllo di queste terre, nel Cinquecento, si sono infatti trovati a fare i conti con quella che ai tempi era una posizione piuttosto scomoda e difficile da raggiungere (in mezzo alle Ande) e hanno perciò optato per favorire lo spostamento del centro politico dell’allora Vicereame del Perù sulla costa, ideale anche per il commercio marittimo e le comunicazioni.
Dopo la guerra d’indipendenza peruviana, Lima è rimasta come capitale del nuovo Stato ed è tuttora sede del Governo, oltre che casa di circa un terzo dell’intera popolazione nazionale (con un intenso aumento registrato nella seconda metà del secolo scorso, a seguito dello svuotamento delle campagne circostanti), il che ne fa una delle città più popolose del Sud America.
Come sarà forse trasparso in questo articolo, Lima è una città che non mi ha colpita a prima vista e che tuttora non saprei definire senza un articolato giro di parole: ha i suoi punti di forza così come molte contraddizioni che la caratterizzano, è una città che va sicuramente vista (potendo, magari, anche più approfonditamente di come abbiamo fatto noi) ma che non è detto che, una volta terminato il vostro viaggio tra le magie del Perù, vi rimanga nel cuore, surclassata da città, siti e meraviglie naturali ben più impressionanti.
Questa perlomeno è l’opinione che ne ho avuto io, ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate anche voi, se ci siete stati, o che idea vi siete fatti a priori se state ancora programmando la vostra partenza.
Attendo di leggere i vostri pensieri qui sotto nei commenti e vi do appuntamento alla prossima, con la tappa successiva del nostri itinerario peruviano: la splendida Città Bianca, Arequipa.
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