Un giro tra i principali musei di New York: cosa non perdere e info utili

New York è una città incredibile e variegata, dove si può passare dal ristorante stellato al chiosco di hot dog lungo la strada, da una chiesetta in stile gotico a moderni e altissimi grattacieli, dalle luci di Times Square alla tranquilla promenade lungo l’Hudson, dal traffico delle vie principali agli angoli più silenziosi del Central Park.
È una città piena di vita, da vivere quasi sempre con il naso all’insù, ma è anche una metropoli ricchissima dal punto di vista culturale. Nel solo borough di Manhattan è possibile trovare decine di grandi e piccole gallerie d’arte, teatri blasonati e altri più di nicchia, nonché alcuni dei più celebri musei al mondo. Dalle collezioni di arte antica ai dipinti più celebri di alcuni dei più importanti artisti della storia, da oggetti che raccontano di culture lontane a veri e propri templi ricostruiti all’interno delle sale di questi edifici.

Oggi vi porto quindi a fare un giro virtuale tra i principali musei di New York, da quelli che abbiamo visto e rivisto in tv e al cinema (come la caratteristica scalinata d’ingresso del Met e il celebre scheletro di dinosauro del Museo di Storia Naturale) a quelli che racchiudono opere senza tempo come il MoMA, dai commoventi memoriali come quello dell’11 settembre alle architetture più particolari come l’inconfondibile struttura “a spirale” del Guggenheim.
Oltre alle informazioni utili per la visita (orari di apertura, costo del biglietto, eventuali ingressi gratuiti e, per i musei particolarmente estesi, un veloce specchietto per dare un’idea del contenuto delle diverse sezioni a colpo d’occhio), elencherò per ciascuno anche gli eventuali highlight imperdibili, o comunque le opere/i reperti/i simboli per cui sono particolarmente noti.
Buona visita!

DISCLAIMER – Periodo Covid: attualmente, oltre all’uso della mascherina, ai visitatori di tutti i musei di New York al di sopra dei 12 anni è richiesta prova di vaccinazione. È inoltre necessario prenotare il proprio ingresso preventivamente dai rispettivi siti ufficiali.

Metropolitan Museum of Art

Noto anche semplicemente come The Met, questo immenso edificio incastonato all’interno di Central Park con l’ingresso affacciato sulla Fifth Avenue è uno dei più grandi musei degli Stati Uniti e certamente uno dei più celebri e rilevanti al mondo. All’interno dei suoi oltre 185 mila metri quadri, il museo ospita decine di collezioni di arte classica e moderna, armi e armature, strumenti musicali da tutto il mondo e numerose esposizioni di reperti archeologici, suddivise in circa venti sezioni diverse.
Vista l’estensione dell’edificio e la ricchezza delle collezioni al suo interno, è virtualmente impossibile poter vedere ogni centimetro quadrato in un’unica visita senza stramazzare a terra dopo qualche ora, per cui farsi un’idea delle esposizioni prima, fare una selezione e decidere il percorso in base ai propri interessi è sicuramente una buona idea.

Le principali sezioni a colpo d’occhio
Un buon modo di procedere all’interno del Met potrebbe essere, dalla monumentale Great Hall, dirigersi immediatamente verso sinistra, dove si trova la sezione di Arte Classica di epoca greca e romana. Si tratta di più di 17.000 reperti, tra statue in bronzo o marmo, arte funeraria, anfore e affreschi provenienti dal bacino mediterraneo, alcuni pezzi risalenti anche a epoca preromana (sono presenti anche reperti etruschi!).
Da lì, proseguendo lungo il lato meridionale del museo, si passa per l’ala Michael C. Rockefeller, che ospita un’interessante collezione di opere dal sapore esotico, da pezzi provenienti da aree sub-sahariane a oggetti in pietra, ceramica e oro appartenenti a popolazioni precolombiane del Centro e Sud America fino a statuette rappresentanti antiche divinità provenienti dal sud-est asiatico e da alcuni arcipelaghi del pacifico come Polinesia e Nuova Guinea (EDIT: nel 2021 questa collezione sarà chiusa per lavori di restauro). Adiacente a questa sala si trova la sezione di Arte Moderna e Contemporanea, che raccoglie opere di artisti perlopiù nordamericani ed europei che raccontano l’evoluzione socio-politica mondiale dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, da cui si torna nell’Europa tra il XV e il XX secolo nella sezione di Arte Scultorea e Decorativa europea (una delle più estese del museo e che espone circa 50.000 pezzi tra statue in marmo, gioielli, mobilia e opere di ogni tipo in metallo e in legno intarsiato, in vetro e in ceramica).
Il giro prosegue verso la sezione di Arte Medievale, una sala davvero suggestiva che sembra quasi l’interno di una chiesa grazie all’alta cancellata e alle molte statue, perlopiù raffiguranti soggetti religiosi, che la punteggiano. La collezione di opere perlopiù europee risalenti a un periodo tra il quarto e il quindicesimo secolo è talmente estesa che il Met gli ha dedicato una sede distaccata apposita: The Cloisters, situata a nord di Manhattan e ospitata all’interno di una ricostruzione di un monastero medievale, davvero suggestivo!
Si prosegue quindi nell’ala Americana, un’altra sezione che mi è piaciuta particolarmente, soprattutto per via dell’allestimento: un’enorme sala (la Charles Engelhard Court) illuminata da una parete completamente vetrata, che così come in altre sezioni del museo dalla struttura analoga permette di far entrare la luce e i colori del Parco; il centro della sala disseminato di statue in marmo e bronzo, perlopiù del diciannovesimo secolo (tra cui la famosa Diana, una replica dell’iconica statua originariamente posizionata in cima alla torre del precedente complesso del Madison Square Garden, chiuso nel 1925) e una delle pareti completamente occupata dalla facciata della Branch Bank of the United States, originariamente situata a Wall Street.
Questo punto è stato per noi anche l’occasione per rilassarci qualche minuto sorseggiando un caffè all’American Wing Cafè, prima di immergerci nel resto della sezione, che ospita diverse stanze con riproduzioni di abitazioni risalenti agli anni tra il tardo Settecento e il primo Novecento, complete di mobilia e decorazioni d’epoca appartenenti a famose personalità storiche: forse la parte per me più memorabile dell’intero museo, insieme all’ala egizia. Tuttavia, prima di raggiungere quest’ultima (un’altra tra le più complete, con i suoi circa 26.000 pezzi ottenuti perlopiù grazie a oltre trent’anni di spedizioni archeologiche condotte in Egitto a partire dal 1906), suggerirei di passare anche dalla vicina sala Arms and Armor, come il nome suggerisce dedicata a un’ampia esposizione di armature (sia per soldati a piedi che per cavalieri) e armi medievali. Tra le varie armature, non mancherete di notarne una piuttosto… pienotta! Pensando a famose personalità regali del tardo Medioevo con quella stazza non sarà difficile immaginare che, anche se non confermato al 100%, l’armatura è stata attribuita a un Enrico VIII non più nel fiore della sua gioventù.

Info utili
Indirizzo: 1000 Fifth Avenue (ma dai, esiste indirizzo più figo?)
Come arrivare: l’ingresso del museo si trova alla congiunzione tra la 5th Avenue e la 82nd Street, quindi a seconda della direzione da cui provenite le fermate metro 77th (linee 4 e 6) ed 86th (linee 4, 5 e 6) sulla Lexington risulteranno più o meno equidistanti. Se siete in bus, invece, diverse linee che percorrono la Fifth Avenue fermano in corrispondenza dell’incrocio con la 81st Street.
Orari di apertura: tutti i giorni tranne il mercoledì (giorno di chiusura) dalle 10:00 alle 17:00, il venerdì e il sabato fino alle 21:00. Chiuso anche il 1° gennaio, il 1° maggio, il 13 settembre, il giorno del Ringraziamento e quello di Natale.
Costo: 25$ a persona (scontato a 17$ per senior sopra i 65 anni e a 12$ per studenti provvisti di documenti che attestino il loro status).
Ingresso gratuito: solo per bambini al di sotto dei 12 anni. Attualmente non è previsto un giorno con ingresso generale gratuito.
Ingresso con Pass: l’entrata al Met è inclusa sia nel CityPass New York che nel New York Pass.

Cosa non perdere
Insieme alla monumentale facciata con scalinata d’ingresso del museo, la sala che ospita il Tempio di Dendur [foto di copertina dell’articolo] è forse una delle prime immagini che vengono in mente pensando al Met. Si tratta dei resti di un tempio risalente al 15 a.C. commissionato dall’allora governatore romano in Egitto in onore degli dei Iside e Osiride. Il tempio era originariamente tra gli edifici minacciati dalla costruzione della diga di Assuan che l’UNESCO si è impegnato a salvare, ed è stato donato agli Stati Uniti negli anni ’60 come riconoscimento per il supporto dimostrato dal governo americano a favore di questa opera di salvaguardia.
Uno dei motivi per cui è impossibile visitare il Metropolitan Museum di New York senza passare per questa sala, adiacente alla sezione dedicata ad altri reperti egiziani, è l’ambiente che è stato realizzato intorno al tempio: l’edificio interamente in pietra arenaria era infatti originariamente affacciato sul Nilo e posizionato a ridosso di una scogliera, motivo per cui nella cosiddetta ala Sackler, che lo ospita dal 1978, si è voluto ricreare qualcosa di simile realizzando una parete inclinata alle sue spalle e posizionandogli una piscina di fronte. Completa lo straordinario colpo d’occhio l’immensa vetrata laterale, che affaccia direttamente sul parco e, praticamente, dà quasi l’impressione che il tempio si trovi all’esterno.

Museum of Modern Art (MoMA)

Considerato (e a ragione!) uno dei musei di arte moderna e contemporanea più importanti al mondo, il MoMA è una vera e propria istituzione, dove ammirare dipinti famosissimi, sculture e istallazioni multimediali di vario tipo. Rispetto alla mia visita, nel 2016, il museo conta adesso un’area enormemente ampliata da lavori di restauro tenuti nel 2019, permettendo quindi di allestire anche numerose mostre temporanee e riorganizzare spazi e percorsi di visita.
Sicuramente la vostra visita sarà meno rocambolesca della mia, che ho approfittato di uno dei pomeriggi gratuiti… insieme ad altre centinaia di persone che hanno avuto la stessa idea! Il MoMA era a dir poco pieno zeppo quel giorno ma, individuando anche in questo caso le sezioni di mio principale interesse in precedenza e dirigendomi direttamente lì, la calca non mi ha impedito di gustarmi le opere per cui ero partita, alcune delle quali rientrano nella lista delle mie preferite al mondo!

Le principali sezioni a colpo d’occhio
A differenza del Met, il MoMA si sviluppa perlopiù in verticale, quindi le diverse sezioni sono suddivise sui vari piani. Io avevo consultato la mappa sul sito ufficiale prima di andare per sapere da subito non solo dove trovare le opere per me imperdibili, ma anche per verificare di non perdermi altro di cui magari non ero a conoscenza e che poteva valere la pena includere. Consiglio anche a voi di dare un’occhiata alla suddivisione delle opere dalla planimetria per lo stesso motivo, soprattutto se non si è patiti di arte (io amo moltissimo l’arte moderna, meno quella contemporanea, quindi ho organizzato la mia visita in maniera quasi “chirurgica”).
Le sezioni che, anche in un giorno non a ingresso gratuito, troverete probabilmente comunque più affollate del resto del museo sono sicuramente il quarto e il terzo piano (rispettivamente livello 5 e 4 nella mappa del museo), che sono state anche le mie prime mete. Qui si trovano infatti alcuni capolavori di maestri impressionisti come Monet e Degas, grandi artisti del XIX secolo come Van Gogh, Seurat e Cézanne e quelli che hanno fortemente influenzato la pittura del XX secolo come Matisse e Picasso, le opere di pop art di Andy Warhol e di esponenti dell’astrattismo come Kandinsky e Pollock… tra quadri, statue e istallazioni di arte, queste sezioni sono un vero e proprio caleidoscopio che, leggevo tempo fa, mira a essere riorganizzato per creare un percorso che segua una linea più idealistica che cronologica, dando quindi più “dinamicità” all’esposizione rispetto a un museo “tradizionale”, mixando anche tra loro artisti di periodi diversi o affiancandovi quelli che non si riconducono facilmente a una precisa corrente.
Scendendo di piano in piano si trovano poi opere pittoriche, fotografiche e istallazioni multimediali di artisti minori o emergenti, con, c’è da dire, una particolare attenzione all’inclusività.

Info utili
Indirizzo: 11 West 53rd Street
Come arrivare: la fermata della metro più vicina è la 5 Ave-53 St (linee E e M), a letteralmente meno di cinque minuti a piedi dall’ingresso del museo.
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10:30 alle 17:30, il sabato fino alle 19:00. Il lunedì mattina fino alle 13:00 il museo apre solo ai membri; rimane chiuso al pubblico nei giorni del Ringraziamento e di Natale (la sede distaccata nel Queens anche a Capodanno).
Costo: 25$ a persona (scontato a 18$ per senior sopra i 65 anni e visitatori con disabilità e a 14$ per studenti provvisti di documenti che attestino il loro status).
Ingresso gratuito: si può attualmente accedere gratuitamente alle due nuove gallerie situate al piano terra e visibili anche dalla strada (sono delimitate da vetrate), mentre per il resto del museo l’ingresso è gratuito solo per visitatori sotto i 16 anni. La possibilità di entrare gratuitamente il venerdì pomeriggio dopo le 17:30 fino alle 21:00 (di cui abbiamo usufruito anche noi) è stata al momento sospesa.
Ingresso con Pass: il MoMA è incluso nel New York Pass ma NON nel CityPass NY.

Cosa non perdere
Qui mi guida il cuore nello scegliere come primo must in questo museo la Notte Stellata di Van Gogh, che sono stata ad ammirare per quello che avrebbe potuto essere un minuto così come un’ora per quanto mi ha rapita! Sono così innamorata di questo dipinto che ho anche il puzzle (che fatica!) incorniciato in sala. Vederlo dal vivo è stata un’emozione indescrivibile, avrei perso metà pomeriggio a studiarne ogni minima sfumatura e pennellata!
Nella stessa sezione, poi, si trova una saletta in cui sono allestite alcune delle Ninfee di Monet, che ricoprono intere pareti, così che ci si sente quasi avvolti dai colori tenui di queste opere.
Per gli amanti del cubismo, impossibile perdere le opere di Picasso: tra le almeno venti opere dell’artista spagnolo esposte al MoMA, quelle che non potevo perdermi erano il celebre dipinto I tre musici e Les damoiselles d’Avignon. Nella sezione dedicata a Andy Warhol, poi, chi apprezza l’eccentricità dell’artista statunitense non mancherà di apprezzare opere iconiche come From Soup Cans to Flying Saucers (i famosi barattoli di zuppa Campbell) e le immagini di Marylin Monroe.
Forse meno celebre di altri nomi già menzionati, ma ho apprezzato molto anche le opere dell’italiano Boccioni qui esposte, dai colori accesi del dipinto La città che sale a una delle versioni della scultura futurista Forme uniche della continuità nello spazio (il nome potrebbe non dirvi niente ma è la statua rappresentata nel retro delle nostre monete da 20 cent).

Museum of Natural History

Un museo che appassiona grandi e piccoli quasi allo stesso modo, grazie alle tantissime esposizioni di fossili, ricostruzioni di habitat naturali di animali da tutto il mondo, sezioni dedicate a piante, fauna marina, astronomia e, ovviamente, i celebri scheletri di dinosauri! Tra l’aspetto un po’ “d’altri tempi” del palazzo, la ricchezza delle collezioni che ospita e i molti eventi educativi, credo che il Museo di Storia Naturale di New York sia forse il posto migliore per far appassionare i bambini alle scienze naturali e alla storia dell’umanità in maniera immersiva… ma anche per far tornare bambini gli adulti!
Noi siamo arrivati al Museum of Natural History piuttosto affamati, dopo un’intera mattinata in giro, quindi abbiamo iniziato la visita precipitandoci a uno dei punti ristoro del museo e poi, rinfrancati dal cibo, abbiamo dedicato un paio d’ore ad alcune delle sezioni davvero imperdibili di questo luogo.

Le principali sezioni a colpo d’occhio
A segnalare l’ingresso ai visitatori c’è la statua equestre di Theodore Roosevelt, 26° Presidente americano che ha viaggiato a lungo verso l’Ovest degli States negli anni successivi alla perdita della moglie, trovando in parte sollievo al dolore nei meravigliosi paesaggi che vi ha esplorato. La statua voleva in parte celebrare l’impegno dell’uomo nella creazione di aree protette, i Parchi Nazionali degli U.S.A. così come li conosciamo oggi, ma il sottotesto razziale della scultura gli è valso diverse critiche per anni, e pare che alla fine una decisione della direzione del Museo approvata dal sindaco della città ne abbia approvato la rimozione.
All’interno, si è subito accolti nell’immensa hall dal celebre scheletro di dinosauro, un “piccolo” sneak peek alle meraviglie che attendono all’interno. Il museo si sviluppa su quattro piani più una parte seminterrata, le sezioni sono suddivise per tipologia (scienze della Terra e dello spazio, antropologia, biologia, geologia ecc.) ma non raggruppate per piano, quindi in ciascun livello si trova una varietà di esposizioni non limitate a un’unica materia.
Al piano terra, ad esempio, si trova la sezione dedicata ai grandi e piccoli mammiferi americani, andando oltre si raggiunge la sezione Ocean Life dedicata a flora e fauna marina e, in un’ala più periferica, si trovano le sezioni dedicate a minerali e gemme, accanto a una saletta dedicata alla geologia di materiali spaziali (meteoriti e altro). Da appassionata di astronomia, nonostante le dimensioni ridotte, non ho potuto non apprezzare questa collezione. In questo piano si trova anche il LeFrak Theater, dove vengono proiettati diversi documentari a cadenza regolare (noi abbiamo assistito, per tempismo fortunato, a uno dedicato ai Parchi Nazionali statunitensi, cosa che ci ha fornito maggiori informazioni su alcuni di quelli che saremmo andati a visitare proprio da lì a qualche giorno!).
Al primo piano sono concentrate perlopiù sezioni dedicate a diverse popolazioni del mondo, nonché suggestive sale mantenute nella penombra dove ammirare ricostruzioni di diversi habitat popolati da mammiferi esotici di Asia e Africa.
Il piano superiore è suddiviso tra sezioni dedicate ad altre popolazioni di terre lontane (sud-est asiatico e isole del Pacifico) e altri allestimenti dedicati a specie animali come rettili, uccelli e primati.
L’ultimo piano è forse quello più imperdibile, perché è qui che si trovano fossili e resti di esseri preistorici, inclusi i famosi scheletri di dinosauro.

Info utili
Indirizzo: 200 Central Park West
Come arrivare: il museo ha una fermata della metro dedicata: 81 St – Museum of Natural History, sulle linee B e C, a due passi dall’ingresso.
Orari di apertura: dal mercoledì alla domenica dalle 10:00 alle 17:30.
Costo: 23$ a persona (scontato a 18$ per senior sopra i 60 anni e studenti provvisti di documenti che attestino il loro status e a 13$ per bambini dai 3 ai 12 anni). Questo biglietto, denominato General Admission, permette l’accesso a tutte le collezioni permanenti del museo; per poter accedere a una o tutte le mostre speciali è possibile acquistare un biglietto cumulativo.
Ingresso gratuito: attualmente non sono previsti free day per l’accesso a questo museo.
Ingresso con Pass: l’entrata al Museum of Natural History è inclusa sia nel CityPass NY che nel New York Pass.

Cosa non perdere
Sicuramente l’intero ultimo piano, dove ammirare scheletri di dinosauri come triceratopi, T-rex e molti altri, che lasceranno i più piccoli (ma non solo) a bocca aperta!
Uno dei simboli del museo è poi la celebre balena blu, una riproduzione di questo gigante marino di quasi 30 metri di lunghezza sospesa scenicamente dal soffitto sopra la Milstein Hall of Ocean Life, al piano terra.

Solomon R. Guggenheim Museum

Situato come il Met nel cosiddetto Museum Mile, la sezione della Fifth Avenue caratterizzata dalla fitta presenza di importanti musei e gallerie d’arte, il Guggenheim è una struttura che sicuramente non passa inosservata e, se vi troverete a passeggiare in questa zona anche senza aver preventivato una visita, non potrà non catturare la vostra attenzione e invitarvi a entrare.
L’edificio, opera dell’architetto Frank Lloyd Wright, mi ha dato un po’ l’impressione di conquistare più con la sua forma che con la sua sostanza, ma probabilmente la mia idea è dettata dal fatto soggettivo che mi sono trovata a visitarlo in un momento in cui dei lavori di restauro avevano costretto a chiudere diverse sezioni, quindi purtroppo non ho potuto godere di molte opere al suo interno in prima persona… ma ho apprezzato comunque l’esperienza a tutto tondo.

Le principali sezioni a colpo d’occhio
Rispetto ad altri musei, qui la conformazione originale dell’edificio influenza anche la disposizione delle sezioni, che non sono orientate per livelli ma semplicemente disposte lungo le pareti della rampa elicoidale che si innalza dall’atrio centrale, dove si trova la biglietteria, fino a quasi sotto il soffitto (un’enorme cupola vetrata che getta luce naturale sull’ambiente sottostante, creando ancora di più un’atmosfera caratteristica).
Oltre ai pezzi esposti lungo la rampa, in alcuni livelli si aprono anche sale laterali, in cui è possibile accedere e ammirare altre opere sia pittoriche che scultoree allestite negli spazi (non monumentali come in altri musei, c’è da dire, e che sicuramente costituiscono un certo “calo dell’hype” venendo dal bianchissimo e sinuoso ambiente appena fuori).
Se non si è appassionatissimi di arte, probabilmente una visita completa in questo museo non vale la pena, però passarvi di fronte e almeno entrare nell’atrio per scattare una splendida foto alla spirale che culmina nella cupola in vetro merita senz’altro qualche minuto del vostro tempo.

Info utili
Indirizzo: 1071 Fifth Avenue
Come arrivare: l’ingresso del museo si trova a metà tra l’incrocio con l’88esima e quello con l’89esima Strada, quindi anche se non proprio a due passi la fermata della metro più comoda è la 86th Street (linee 4, 5 e 6).
Orari di apertura: tutti i giorni tranne martedì e mercoledì (giorni di chiusura) dalle 11:00 alle 18:00. Chiuso inoltre al pubblico nei giorni del Ringraziamento e di Natale.
Costo: 10$ a persona (gratuito sotto i 12 anni di età).
Ingresso gratuito: non sono previste vere e proprie giornate free, ma in alcuni sabati selezionati il pomeriggio dalle 16:00 alle 18:00 è possibile accedere con la formula “Pay What You Wish” (offerta libera).
Ingresso con Pass: il Guggenheim Museum è incluso sia nel CityPass NY (in alternativa all’ingresso al Top of the Rock) che nel New York Pass.

Cosa non perdere
Documentandomi prima dell’arrivo, avevo notato che la collezione del Guggenheim, sebbene comprenda un numero incredibile di opere di grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea come Manet, Gaugin, Chagall, Mirò, Toulouse-Lautrec, Picasso, Kandinsky, Malevic e chi più ne ha più ne metta, senza contare un elevato numero di istallazioni di arte contemporanea di corrente futurista e astrattista, non comprende in realtà titoli noti ai più. Sicuramente alcune immagini apriranno un cassetto della vostra memoria una volta che ve le troverete davanti, ma probabilmente i non appassionati d’arte a un livello più profondo non avranno un’immediata connessione mentale nel sentire nomi come Davanti allo specchio di Manet, La donna dai capelli gialli di Picasso, Linee nere di Kandinsky e Mattina dopo una bufera di neve nel villaggio di Malevic.

9/11 Memorial and Museum

Questi ultimi due paragrafi sono dedicati a due musei che offrono in realtà un tipo di esperienza diversa, non di conoscenza di arte, scienza o storia naturale, ma una vera e propria esperienza immersiva in un capitolo di storia umana.
Questa, nello specifico, è storia davvero recente, visto che si tratta del memoriale aperto a Ground Zero, sul sito del crollo delle Torri Gemelle a seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, e dell’adiacente museo che si sviluppa nel sottosuolo di questa area immersa nella quiete e dedicata al ricordo delle vittime, in quelle che erano parte delle fondamenta dei due grattacieli.
Si tratta di una visita che è impossibile non includere durante un viaggio a New York, per conoscere più da vicino questo evento che ha segnato l’intera umanità, che è ormai parte del nostro passato comune, e che non può lasciare indifferenti. Nel mio caso, poi, venendo direttamente dalla visita al Museo dell’Immigrazione di Ellis Island (prossimo paragrafo), la commozione è stata talmente forte da dovermi fermare e interiorizzare il tutto prima di riuscire a proseguire il giro della città in maniera più spensierata possibile.

Le principali sezioni a colpo d’occhio
Non è necessario suddividere in micro-sezioni quello che, come detto, non è propriamente un museo ma un’area espositiva che documenta quella che è stata la tragedia del World Trade Center nel 2001. Per mantenere questa zona come un’area dedicata alla memoria di coloro che hanno perso la vita, si è scelto di non ricostruire sul sito esatto in cui sorgevano le due torri, sostituite da due immense vasche che scrosciano acqua verso l’interno, con il perimetro inciso con i nomi di tutte le vittime (civili e forze dell’ordine che sono accorsi per dare supporto).
L’intera area è punteggiata di alberi, che ne fanno un perfetto luogo di raccoglimento dove tuttora le persone, molte di cui toccate personalmente da una perdita, si recano in preghiera. Sembra quasi un posto fuori dal tempo, ovattato rispetto al caos cittadino che si estende appena fuori dal perimetro.
Per riempire in parte il vuoto visivo lasciato dalle Torri Gemelle, nel 2014 è stata completata la costruzione del One World Trade Center (o Freedom Tower), grattacielo posizionato appena al limitare della piazza del Memoriale.
Il Museo, come detto, si sviluppa appena sotto la piazza, da un ingresso situato all’interno di una struttura vetrata che consente l’accesso al sottosuolo. Qui, tra resti delle strutture in ferro e cemento, sono stati posizionati oggetti che raccontano la tragedia come un camion del pompieri schiacciato durante il crollo degli edifici, altri pezzi di palazzi rinvenuti nell’area, e una sala defilata in cui sono state esposte le foto di tutte le circa 3000 vittime del catastrofico evento, per dare un volto a quelli che rischierebbero altrimenti di essere solo nomi e numeri.
L’ambiente è quasi interamente immerso nella penombra, il silenzio è praticamente assoluto, e ciò che circonda i visitatori parla da solo

Info utili
Indirizzo: 180 Greenwich Street
Come arrivare: a seconda della direzione da cui si proviene, Cortland Street (linee N, R e W), Fulton Street (4 e 5) e World Trade Center (E) potrebbero risultare le stazioni della metro più vicine.
Orari di apertura: sia il Museo che il Memoriale sono accessibili tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00, orario dopo cui la zona viene recintata e interdetta ai visitatori.
Costo: l’ingresso al Memoriale è ovviamente gratuito, mentre per il Museo il costo è di 26$ a persona (scontato a 20$ per senior sopra i 65 anni, studenti provvisti di documenti che attestino il loro status e ragazzi tra i 13 e i 17 anni e a 15$ per bambini dai 7 ai 12 anni d’età).
Ingresso gratuito: attualmente è previsto l’accesso gratuito tutti i lunedì alle 15:30, anche se il lasso di tempo per acquistare questi biglietti direttamente alla cassa è molto limitato e online sono disponibili sul sito ufficiale solo il giorno stesso a partire dalle 07:00 di mattina, ma a numero chiuso.
Ingresso con Pass: il Museo dell’11 settembre è incluso sia nel CityPass NY (in alternativa all’Intrepid Sea, Air & Space Museum) che nel New York Pass.

National Museum of Immigration (Ellis Island)

Un altro capitolo di storia americana, anche se questo cronologicamente più distante da noi ma che racconta una storia universale: quella di persone che lasciano la propria terra d’origine in cerca di una nuova vita, alcuni perché costretti da condizioni politiche, economiche e sociali, altri guidati solo dalla speranza di condizioni migliori, altri ancora per ricongiungersi a parenti e conoscenti che hanno tentato questo salto nel buio prima di loro.
La visita a questa isoletta nella baia a sud di Manhattan e al museo che ospita è senz’altro un’esperienza forte, estremamente istruttiva e molto toccante sotto molti punti di vista.

Le principali sezioni a colpo d’occhio
Anche in questo caso, come al Museo dell’11 settembre, non ci sono vere e proprie sezioni ben distinte, ma un percorso lineare da seguire all’interno dell’edificio un tempo preposto allo smistamento degli immigrati che approdavano in questa isoletta.
Si procede quindi di stanza in stanza, dove oggetti personali, foto e testimonianze scritte raccontano, insieme ai resoconti in prima persona raccolti nei decenni e ora trasposti nelle audioguide, i vari passaggi di ammissione sul suolo americano. Dall’arrivo sull’isola ai molti esami medici e non solo che le persone dovevano affrontare, spesso sottoposti a trattamenti privi di empatia, fino al sospirato ingresso nel Nuovo Mondo o a un sofferto respingimento.
Le testimonianze che è possibile seguire nelle varie aree del museo aprono gli occhi su realtà personali che rischierebbero di perdersi in una storia generale, raccontata spesso senza sfumature individuali, come se si trattasse di un unico scisma eterogeneo e non di un enorme numero di esseri umani con vite alle spalle, aspettative, a cui l’esito negativo dell’ispezione non lasciava spiragli di fronte alla porta chiusa in faccia: solo la prospettiva di un viaggio di ritorno (generalmente a proprie spese).
Quello che ho trovato toccante è stato il riuscire quasi a mettersi nei panni di quelle persone, immaginarsi lì al loro posto, e pensare di poter addirittura essere magari distantemente imparentati con alcuni di loro ne fa sicuramente un’esperienza ancora più coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Info utili
Indirizzo: Ellis Island Bridge, Jersey City
Come arrivare: è possibile raggiungere l’isola che ospita il Museo tramite il battello che parte tutti i giorni ogni 25 minuti circa da Battery Park (Lower Manhattan). Il viaggio prevede anche la sosta a Liberty Island.
Orari di apertura: l’apertura del Museo è legata agli orari dei ferry, che partono da Battery Park tra le 09:00 e le 16:30, con ultima partenza da Ellis Island per il rientro alle 18:30.
Costo: 23,50$ a persona. Nel costo è compreso l’utilizzo di audioguide su Liberty Island e all’interno del Museo dell’Immigrazione di Ellis Island. È possibile prenotare biglietti standard o con extra come l’ingresso al piedistallo o alla corona della Statua della Libertà dal sito ufficiale.
Ingresso gratuito: il Museo è tecnicamente sempre a ingresso gratuito, ciò che si paga sono i biglietti dei traghetti per arrivarci.
Ingresso con Pass: il biglietto standard del ferry per Liberty Island ed Ellis Island è incluso sia nel CityPass NY (in alternativa alla Circle Line Cruise) che nel New York Pass.

Cosa non perdere
Non lo considererei un vero e proprio highlight della visita, che si svolge in realtà perlopiù in un’atmosfera sommessa, senza “scossoni”, ma tra le cose che ricordo ancora con maggiore nitidezza c’è senz’altro il registro con i nomi dei passeggeri sbarcati dalla nave Verdi, proveniente da Napoli.
Rimpiango inoltre ancora l’occasione sprecata di non essermi fermata nella saletta telematica dove, al costo di circa 7$ a persona, era possibile inserire il proprio nome in un database che l’avrebbe incrociato con tutti quelli presenti nei registri degli avventori di Ellis Island nell’arco dei decenni, per verificare eventuali collegamenti e parentele con alcuni di quelle migliaia di immigrati che sono transitati per quei corridoi e quelle stanze… sarà per la prossima visita!

E voi, avete incluso o vorreste includere tutti questi musei nella vostra visita di New York City? Ce n’è qualcuno che vi incuriosisce di più o, se già visto, vi ha lasciato il ricordo più piacevole o interessante?
Attendo di leggere anche le vostre esperienze e i vostri suggerimenti in proposito.
Alla prossima!

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