Due iconici santuari della Bassa Sabina

Questa settimana vorrei dedicare un ultimo (per ora) spazio alle mie zone, i paesi della Sabina, prima di spostarci temporaneamente verso altri lidi.
Come annunciato nello scorso articolo ho deciso di presentarvi due luoghi pieni di storia ma anche particolari da un punto di vista paesaggistico, in quanto avvolti dalla natura e situati in aree leggermente più isolate. Ho scelto nello specifico di portarvi in questi due iconici santuari della Bassa Sabina anche perché nutro una certa affezione verso entrambi, in quanto sono stati contesto di momenti diversi ma, ciascuno a suo modo, alquanto significativi della mia vita (tra gli altri il mio matrimonio e il 25° anniversario dei miei genitori).

Abbazia e borgo medievale di Farfa

Santuari della Bassa Sabina_Abbazia di Farfa

Dove si trova e come arrivare:
L’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Farfa si trova all’interno dell’omonimo borgo, a sua volta frazione del paese di Fara in Sabina (RI).

Si raggiunge comodamente da Roma prendendo la diramazione A1 Roma nord fino all’uscita Fiano Romano, da qui si seguono poi le indicazioni per Rieti percorrendo la bretellina che porta all’incrocio con semaforo (che ora stanno convertendo in grande rotatoria) lungo la Salaria. Qui svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Fara in Sabina, alla prossima svolta appariranno già le indicazioni specifiche per l’Abbazia. Si segue la SP41 (via Farense) per circa 7km, quindi si imbocca a sinistra la via denominata Strada degli Inglesi per altri 6km circa (alla svolta seguire l’indicazione per Farfa). Sconsiglio di affidarsi ciecamente al GPS perché so di persone che sono state mandate da tutt’altra parte: visto che questo percorso è piuttosto semplice e la segnaletica stradale adeguata suggerirei di seguire queste indicazioni.

Riguardo i mezzi pubblici, la stazione del treno più vicina è Fara Sabina-Montelibretti, sulla linea FR1 Orte-Fiumicino, ma non ci sono poi bus o navette dirette specificamente al borgo di Farfa, ci si dovrebbe perciò rivolgere a una compagnia di taxi locale. Potendo scegliere, consiglierei di spostarsi con mezzi propri.

Cenni storici:
L’Abbazia di Farfa è stata dichiarata Monumento Nazionale negli anni ’20 del secolo scorso ed è tuttora sede di una comunità benedettina. Le sue origini sono incerte, ma la prima edificazione del centro viene fatta risalire al VI secolo. Una leggenda vuole poi che Tommaso di Moriana, che eresse la nuova chiesa sui resti di una precedente basilica dedicata alla Madonna, fu guidato qui da Gerusalemme il secolo successivo proprio da una visione della Vergine che lo esortava a ricostruire il luogo di culto a lei dedicato.
Nel primo medioevo lo status dell’Abbazia di Farfa, così nominata per via del vicino torrente, fu diviso tra il potere papale e quello imperiale, in quanto luogo vicino alla Santa Sede ma sotto la protezione del Ducato di Spoleto. Nonostante ora faccia parte della diocesi Sabina-Poggio Mirteto, in passato fu il punto di riferimento centrale di un ben più ampio territorio che si estendeva fino agli Appennini, e conserva ancora molte testimonianze di questa ricchezza e rilevanza storica.
Sebbene l’esterno appaia piuttosto semplice, con una facciata di tipo romanico con influenze di architettura carolingia, nei secoli l’interno della chiesa è stato restaurato fino a mostrare oggi un aspetto più barocco, con affreschi, mosaici e colonne marmoree che decorano ogni angolo delle tre navate e lasciano a bocca aperta chi entra dall’austero piazzale antistante.

Per me, comunque, è il borgo che circonda la chiesa e il complesso monastico a rendere Farfa un luogo così suggestivo: le viette del minuscolo centro hanno mantenuto uno stampo medievale che sembra essersi fermato nel tempo, le botteghe (purtroppo sempre di meno e non sempre aperte) offrono ancora scorci di arti antiche e il silenzio che avvolge tutto il luogo, lontano da altri centri e immerso nella natura, è quasi magico.
Per gli amanti dell’editoria indipendente consiglio di visitare questo borgo a metà settembre, dove il suo fascino senza tempo fa da cornice alla fiera “Lib(e)ri sulla Carta”.

Come visitare l’Abbazia:
La chiesa è aperta gratuitamente ai visitatori quando non è in corso una messa.
Per visitare l’intero complesso si richiede invece una prenotazione sia per singoli che per gruppi contattando il centralino al numero +39 0765 277065 o scrivendo una mail a turismo@abbaziadifarfa.it. Le visite guidate vengono svolte da personale incaricato tutti i giorni tranne il lunedì, giorno di chiusura, alle ore 10:00, 11:00, 12:00, 15:00 e 16:00 (15:30 e 16:30 in periodo estivo).
Farei comunque sempre una telefonata in anticipo, soprattutto in questo periodo, per verificare eventuali chiusure o sospensioni delle attività dovute alle attuali restrizioni.

Cosa vedere nei dintorni:

  • Il borgo di Fara in Sabina, situato su un colle in posizione panoramica (ca. 4km);
  • Un’escursione alle Gole del Farfa presso Mompeo (ca. 14km);
  • La Riserva Naturale Tevere-Farfa (nel sito ufficiale dell’Abbazia sono presenti anche pacchetti che associano la visita al complesso monastico a un pranzo e un’escursione in battello lungo il Tevere partendo dall’approdo di Torrita Tiberina, a ca. 13km da Farfa);
  • Il paesino di Nerola dominato dall’imponente Castello Orsini (ca. 19km), quest’ultimo non visitabile liberamente in quanto convertito in struttura ricettiva, ma è possibile informarsi sulla loro pagina FB per partecipare ai vari eventi che vi organizzano o semplicemente prenotare un aperitivo nel cortile e visitarne quindi parte degli interni;
  • Il Museo dell’Olio della Sabina a Castelnuovo di Farfa (ca. 4km) e altri luoghi lungo un percorso legato all’olio d’oliva della Sabina, che vorrei approfondire in futuro in un altro articolo.

Santuario di Vescovio e resti di Forum Novum

Dove si trova e come arrivare:
La Chiesa di Santa Maria della Lode è situata in una frazione del comune di Torri in Sabina (RI).

Da Roma si raggiunge percorrendo la A1 in direzione nord fino all’uscita di Ponzano Romano-Soratte. Dal casello si segue l’indicazione per Stimigliano, il primo paese che si incontra svoltando a sinistra una volta attraversato il ponte sul Tevere. Da qui si rimane sulla via principale, la SR657, per circa 5km, fino all’incrocio con la SP52 dove si svolta verso destra, continuando a seguire le indicazioni per Torri. Ad appena 3km, lungo un viale alberato, si svolterà a sinistra seguendo l’indicazione per il Santuario.
Venendo da nord lungo la A1 potrebbe convenire uscire invece a Magliano Sabino, l’uscita precedente a Ponzano-Soratte. Da questo casello Torri in Sabina è sempre ben segnalato: si segue la Flaminia in direzione Civita Castellana per circa 3km, fino al bivio con la SR657, dove si svolterà a sinistra e si proseguirà fino a ricongiungersi con la SP52 allo stesso incrocio del precedente itinerario.

Anche in questo caso, sconsiglio di muoversi con i mezzi pubblici: la stazione più vicina è Stimigliano, sempre sulla FR1, ma come per l’Abbazia di Farfa non ci sono bus o navette apposite dirette al Santuario di Vescovio.

Cenni storici:
Il complesso del Santuario di Vescovio si trova in un contesto a dir poco idilliaco, alla fine di un vialetto delimitato da cipressi, pini marittimi e altri alberi sempreverdi. La natura che lo circonda e la pace del luogo fanno parte del suo fascino senza tempo… non a caso il ristorante adiacente (tra l’altro molto consigliato) si chiama “L’Oasi di Vescovio”.
La chiesa, di elegante stile romanico, risale originariamente al IV secolo d.C., quando venne costruita sui resti di una villa nobiliare che si dice essere stata uno dei primi centri di aggregazione per i cristiani di queste zone (il luogo è infatti citato dalle fonti storiche come uno dei primi e più importanti punti di riferimento per la diffusione del Cristianesimo fuori Roma). Il complesso, oltre a vari interventi di ampliamento, ha però subito anche la distruzione per mano dei Saraceni, che avevano attaccato anche Roma nel IX secolo. La chiesa è stata ricostruita in pochi anni e, nel Duecento, ha subito un ulteriore ampliamento con la costruzione dell’attuale campanile, realizzato in parte con materiali di recupero dal vicino Forum Novum (un ex-centro mercantile di epoca romana).
L’interno della chiesa potrebbe sembrare poco imponente, con una sola navata arricchita da dipinti murali (risalenti al XIII secolo ma purtroppo non perfettamente conservati) e il classico soffitto a travi lignee, ma credo che chi decida di visitare Vescovio lo faccia per il complesso in generale: la spiritualità del luogo con la quiete dei dintorni e la sua storicità, trattandosi di quella che è stata sede vescovile dell’intero territorio sabino per secoli, fino a fine Quattrocento, regalando anche cinque pontefici alla Chiesa Cattolica… oltre ovviamente alle già menzionate tracce dell’antico municipio romano di Forum Novum, risalenti al II secolo a.C e portate alla luce negli anni da scavi archeologici in parte visibili da vicino al parcheggio, sebbene non accessibili.

Come visitare il Santuario:
L’intero complesso di Vescovio è aperto al pubblico senza necessità di prenotazione o pagamento di alcun biglietto. Oltre alla chiesa è possibile accedere alla Cripta dell’XI secolo, accessibile dalla zona dell’altare. Per maggiori informazioni si può chiamare il numero +39 0765 608035, per prenotare una visita guidata si può invece compilare questo form nel sito ufficiale del Santuario.

Cosa vedere nei dintorni:

  • Il centro storico di Torri in Sabina e i due vicini insediamenti fortificati medievali denominati Rocchette e Rocchettine (ca. 5km);
  • Il caratteristico borgo di Casperia, Bandiera Arancione TCI (ca. 10km);
  • Rientrando verso Stimigliano si può attraversare il fiume e dirigersi anche verso Sant’Oreste e il Monte Soratte (ca. 19km).

 

Se vi capita di passare da queste parti credo che un salto in questi due iconici santuari della Bassa Sabina sia a dir poco imprescindibile, specialmente se associato all’esplorazione di uno degli splendidi borghi o delle altre attrattive culturali, storiche e naturalistiche nelle vicinanze.
Fatemi sapere se vi ho incuriositi o, se li conoscete già, cosa ne pensate di questi posti.
Alla prossima!

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2 pensieri su “Due iconici santuari della Bassa Sabina

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