Monte Soratte: dai percorsi naturalistici alle gallerie dell’omonimo bunker

Come promesso nello scorso articolo, dopo una presentazione generale delle zone in cui sono cresciuta mi piacerebbe andare più in profondità e parlare di alcune particolarità di questo territorio e di alcuni luoghi specifici da scoprire qui.
Parlo di “andare in profondità” e “scoprire” non a caso in questo articolo, visto che la Sabina è già di suo un territorio ancora poco conosciuto, ma ci sono posti al suo interno che risultano ancora più nascosti… nessuno tanto emblematico a livello di segretezza quanto il Monte Soratte.

Ovviamente la segretezza non si riferisce alla montagna in sé, visto che sarebbe alquanto difficile nascondere un massiccio di quasi 700 metri di altezza che si erge solitario nel mezzo della valle del Tevere, ma a ciò che il Soratte nasconde nelle sue viscere, un segreto che è stato a lungo considerato solo una leggenda, alimentando a sua volta dicerie di ogni genere, per venire alla luce solo in tempi relativamente recenti. Mi riferisco alle gallerie del Bunker Soratte, che ho avuto modo di andare a visitare quasi sette anni fa grazie alle aperture straordinarie organizzate dall’associazione che lo gestisce: un’esperienza a dir poco elettrizzante, considerato il mistero che avvolgeva queste gallerie sotterranee.

Ma prima di portarvi indietro nel tempo e raccontarvi la storia della creazione di questo bunker, vorrei parlarvi di quello che il Monte Soratte offre anche in quanto meta di trekker appassionati di percorsi nella natura e più in generale di amanti di borghi dalle suggestive tradizioni, vedute mozzafiato e luoghi fuori dal tempo.

monte soratte

Come arrivare e cenni storici

Ci troviamo a circa una cinquantina di chilometri a nord della Capitale, non sarà difficile trovare la strada visto che il Soratte dà in parte anche il nome all’uscita dell’autostrada A1 più vicina. Una volta giunti a questo svincolo, il monte si staglierà imponente alla vostra sinistra e una strada tutta a tornanti vi porterà fino al paesino di Sant’Oreste, che sorge quasi in cima e offre una panoramica meravigliosa sulla vallata sottostante e sugli altri borghi collinari in lontananza.

Il Soratte di per sé sembra affascinare molto i vicini romani (ma non solo) per via della sua vocazione escursionistica, ma anche per un passato da “montagna sacra”: la posizione che lo rende visibile dalla Capitale come unico massiccio al centro della campagna romana ha nei secoli affascinato scrittori come Orazio e Virgilio e ha catturato l’immaginario delle popolazioni locali (Etruschi, Sabini e Capenati) che ne hanno fatto luogo di elezione per la celebrazione di culti religiosi. Un’anima spirituale, quella del Soratte, che è proseguita anche durante il dominio romano e in epoca medievale e che ha portato alla costruzione di diversi luoghi di culto sparsi su tutto il territorio di Sant’Oreste fino alla cima vera e propria del monte, da cui l’eremo di San Silvestro domina il paesaggio sottostante.

La relativa vicinanza alla capitale è anche il motivo per cui, appena prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mussolini ha guardato al Soratte come opzione per la creazione di un bunker sotterraneo che avrebbe dovuto ospitare i vertici dell’Esercito e del regime fascista in caso di bombardamenti aerei. La storia ha però voluto diversamente: il bunker ha finito per non essere usato dai fascisti, ma è stato adottato come riparo dalle truppe naziste al comando di Kesselring in fuga da Roma nel 1943. Per ben otto mesi le gallerie del Monte Soratte sono state occupate dai soldati tedeschi, fino ai bombardamenti del 12 maggio 1944 che hanno portato alla loro ritirata.

bunker soratte
foto da bunkersoratte.it

Ma la storia di questi tunnel non si è esaurita lì, dal momento che negli anni Sessanta un nuovo progetto voluto dalla N.A.T.O. (ma mai portato a totale completamento) vede parte del bunker trasformarsi in rifugio anti-atomico per fungere da riparo d’emergenza per i vertici dello Stato italiano in caso di attacco nucleare su Roma durante i tesi anni della Guerra Fredda.

Tradizioni locali

Mi è capitato in diverse occasioni di girare per Sant’Oreste, affascinante paese di poco più di 3600 abitanti: la sera per delle “trasferte” con gli amici, con mio marito per goderci una cena in un ristorante locale che, nonostante l’ubicazione montana, propone un’offerta di pesce favolosa e una volta, qualche anno fa, per partecipare a una tradizione del posto che a lungo avevo solo potuto ammirare da lontano: la Festa della Madonna di Sant’Oreste, che si svolge ogni ultima domenica di maggio.
La particolarità di questa celebrazione è che, oltre alla processione (parte delle tipiche ricorrenze del mese mariano), viene organizzata una fiaccolata davvero suggestiva, allestendo delle fascine lungo il lato della cima della montagna che si affaccia sul centro del paese. Una volta accese, sembra quasi che l’intero versante prenda fuoco: uno spettacolo fantastico!
La finestra della mia camera a casa dei miei aveva un affaccio verso la sottostante valle del Tevere e il riconoscibilissimo profilo del Soratte sullo sfondo, e ricordo di aver visto per anni questo bagliore rossastro avvolgere parte del versante destro in onore di questa ricorrenza e averla trovata una vista emozionante già a distanza… Se avete possibilità di trovarvi nei paraggi in quella data, assolutamente da non perdere!

madonna di sant'oreste
foto da parchilazio.it

Percorsi naturalistici

Come anticipato, il Monte Soratte con la sua Riserva Naturale offre anche diverse possibilità per gli amanti del trekking anche a livello amatoriale, che qui possono godere di diversi percorsi di difficoltà media o medio-bassa. Ci sono vari sentieri (ben segnalati) che partono dal centro abitato e si inerpicano sul versante della montagna connettendosi tra loro per un dislivello totale di poco meno di 300 metri, alcuni su terreno battuto o mulattiere e altri che comprendono tratti rocciosi o passaggi tra arbusti, attraversando vari punti di interesse come grotte, ruderi del passato e luoghi di culto.
Il “Percorso Le Grotte” (sentiero n. 206), ad esempio, è un percorso di poco meno di un chilometro e mezzo complessivo su un terreno perlopiù di facile accessibilità, che passa accanto a diverse grotte tra cui la cosiddetta Erebus, tuttora di interesse speleologico. Il “Percorso degli eremi” (sentiero n. 205), invece, copre l’intera distanza tra il paese e l’eremo di San Silvestro, il punto più estremo della montagna, passando per altri luoghi di spiritualità come la chiesa di Santa Lucia e il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Si dice che questo edificio solitario fosse in precedenza un luogo di culto pagano in cui il santo a cui è ora dedicato (poi diventato Papa Silvestro I durante il regno dell’imperatore Costantino) si è rifugiato agli inizi del 300 d.C. per sfuggire alle persecuzioni, tramutandolo in santuario cristiano.
Se interessati anche alla visita dell’Eremo di San Silvestro, oltre a godere della vista impareggiabile che si apprezza dallo spiazzo circostante, consiglio di informarsi sul sito dei volontari dell’Associazione Avventura Soratte sulle date di aperture (una volta al mese).

Riserva Naturale Monte Soratte
immagine da avventurasoratte.com

Il Bunker Soratte

Come già anticipato, i circa 4 km di gallerie scavate nelle viscere della montagna sono un progetto risalente agli anni ’30 del secolo scorso, quando i lavori di scavo hanno richiamato ditte da gran parte del Paese e coinvolto pesantemente anche la popolazione locale, che ha visto la propria economia mutare da un sistema fondato principalmente sul settore primario al coinvolgimento diretto e indiretto nel progetto: dalla fornitura di manodopera operaia all’approntamento di soluzioni abitative (più o meno arrangiate) che fornissero anche vitto ai lavoratori trapiantati da altre zone d’Italia.
Vista questa stretta connessione con i locali di cui ci è stato raccontato durante la visita (c’è anche chi parla di ricordi del periodo di occupazione nazista e di come alcuni di quei soldati addirittura si unissero ai paesani la domenica per partecipare alla messa), mi sono stupita e anche un po’ vergognata della mia ignoranza in merito all’esistenza del bunker quando sono uscite le prime notizie della sua apertura al pubblico. Per fortuna, la mia sorpresa ha ricevuto riscontro poco dopo: nei decenni successivi, le modifiche per trasformare parte del reticolato di tunnel in un rifugio anti-atomico sono state attuate con il massimo della segretezza, tanto che persino gli abitanti di Sant’Oreste ne erano all’oscuro.

Oggi c’è un’associazione culturale omonima che gestisce il bunker del Monte Soratte, consentendo aperture al pubblico in date prestabilite e permettendo anche visite a privati in giorni diversi previa prenotazione (per un numero minimo di 10 partecipanti) a un costo tutto sommato contenuto: 10€ a persona (riduzione per minori di 17 anni, over 75, studenti in gita scolastica e membri dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate).
Io sono entrata per la prima volta in queste gallerie nel 2014 e nel frattempo la visita guidata (della durata di un’ora e mezza lungo un percorso di circa 1 km di difficoltà minima, sebbene ricordo che fosse piuttosto fresco in alcuni punti quindi, oltre alle scarpe comode, consiglierei di vestirsi a strati) si è arricchita ulteriormente di dettagli, manufatti e testimonianze da condividere con i visitatori. Mio suocero potrebbe essere il contribuente numero 1 dell’associazione, in quanto è stato lui a informarci dell’apertura allora e quasi ogni anno torna a dargli un’occhiata (in particolare nel mese di maggio, in cui in genere viene organizzata un’apertura speciale in ricordo dei bombardamenti del ’44 comprensiva anche di proiezione di filmati e un’esposizione esterna di mezzi militari storici e volontari in uniforme d’epoca, grazie alla collaborazione con l’Associazione Vestigia Belli).

bunker soratte esterno
foto da bunkersoratte.it

Penso che quella del bunker Soratte, che l’impegno dell’associazione che lo gestisce ha reso anche Percorso della Memoria, sia una visita interessante non solo per appassionati di storia recente e storia militare in particolare, ma più in generale per chiunque voglia scoprire un pezzo del nostro passato in un luogo meno battuto di altri (io sono andata inizialmente più che altro per far contento mio marito, non aspettandomi qualcosa di questa portata, e sono rimasta invece a dir poco esterrefatta nell’istante stesso in cui ho varcato l’ingresso e mi sono trovata catapultata in questo reticolato di tunnel dove si può ancora percepire l’eco dei drammatici mesi in cui è stato “abitato”).
Purtroppo, per ovvie ragioni, le visite sono momentaneamente sospese per via delle restrizioni anti-Covid, ma vi invito a visitare il sito dell’associazione per rimanere informati sulle riaperture future.

[EDIT 2022: Ovviamente, con il decadere delle restrizioni, anche le visite al Bunker Soratte hanno ripreso, con le dovute precauzioni. Lo scorso anno la rievocazione storica solitamente tenuta a maggio è stata posticipata a settembre ma, già da quest’anno, la programmazione è tornata regolare e sul sito dell’associazione è possibile consultare il calendario delle visite prestabilite e prenotare il proprio posto]

Alcuni di voi conoscevano già l’esistenza di questo bunker? O magari avete suggerimenti su altri percorsi di simile interesse storico in altri luoghi del nostro Paese?
Spero, a prescindere, di avervi dato qualche spunto interessante per un weekend appena fuori Roma… quando un ulteriore allentamento delle restrizioni ci porterà (si spera presto) a girare di nuovo tutta Italia più liberamente e a cuor leggero.
Alla prossima!

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Un pensiero su “Monte Soratte: dai percorsi naturalistici alle gallerie dell’omonimo bunker

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