Se da un lato avere in casa un marito recentemente invischiato in un corso per disinfettori ha portato all’insorgere di discorsi più o meno disgustosi in risposta all’innocente domanda “com’è andata oggi al lavoro?”, dall’altro lato devo dire che (superato detto disgusto) il lato informativo ne sta certamente giovando. Ciò perché ovviamente, nonostante il corso sia stato sicuramente promosso sulla scia della crisi sanitaria, durante le lezioni si affrontano in realtà anche molte altre tematiche relative all’igiene degli ambienti pubblici in generale, comprese problematiche legate ad esempio a infestazioni da insetti. Ascoltando il riepilogo delle lezioni del giorno, tra un brivido di repulsione e l’altro al pensiero di un’invasione di blatte o di ratti, ritrovo spesso nozioni riguardo l’igiene degli ambienti con cui avevo già familiarità, scoprendo ogni tanto che invece alcune ferree convinzioni popolari potrebbero non avere un reale fondamento.
Il discorso ha finito poi per vertere su un argomento affrontato varie volte in passato durante alcuni viaggi, per vedere (fortunatamente!) confermate le ricerche che avevo fatto in merito e i metodi di individuazione consigliati. Parlo ovviamente della spada di Damocle che molti viaggiatori si sentono pesare sulla testa quando pernottano fuori casa: le temute cimici da letto.
Fortunatamente un po’ meno conosciute dalle nostre parti (anche se ho raccolto “testimonianze” di persone che ne hanno potuto verificare la presenza nelle proprie case o in strutture ricettive anche qui in Italia), questi insettini che, come il nome suggerisce, infestano i letti sono un problema noto in diverse parti del mondo. Di per sé innocue (anche se nutrendosi di sangue umano tendono a pungere ripetutamente il malcapitato lasciando fastidiosi segni), il principale problema legato alle cimici da letto è il fatto che vivono in colonie piuttosto numerose, difficili da debellare senza l’aiuto di professionisti, e che è relativamente facile “prendersele” e portarle inconsapevolmente con sé a casa o in altre strutture in cui si pernotta durante un viaggio.
Personalmente ho sempre avuto fortuna finora, aiutata anche da un certo grado di paranoia che mi ha portata a fare approfondite ricerche in proposito anni fa. Ho però conosciuto persone che mi hanno raccontato invece di aver sperimentato inconsapevolmente la presenza di questi insettini nei propri letti, scoprendo spesso solo molto in seguito a cosa fossero dovute tutte quelle punture e il conseguente fastidio. La puntura di una cimice da letto può in realtà causare reazioni molto diverse a seconda del soggetto, dal dare solo lieve prurito localizzato a scatenare una reazione più generalizzata e a lungo termine. Nella media dei casi però quello che si riscontra è una serie di punture (quasi mai solo una isolata) che possono impiegare fino alle tre settimane per scomparire completamente.
Anche se i fastidi dovuti all’incontro ravvicinato con queste creature sono per molti non troppo diversi da punture di insetti più comuni, però, come già detto è il pericolo di trapiantare l’infestazione da un posto a un altro che non va trascurato.
Ecco quindi un paio di accorgimenti utili da tenere a mente prima di gettarsi a pesce nel proprio nuovo letto:
1) Va innanzitutto sottolineato che la presenza di cimici da letto non è sinonimo di scarsa igiene di una struttura: questi insettini sembrano anzi favorire proprio ambienti particolarmente puliti. Per lo stesso motivo non è scontato che un’infestazione si trovi più facilmente in una bettola di periferia piuttosto che in un hotel a 5 stelle nel centro della metropoli più lussuosa del mondo: essendo, come detto, portate inconsapevolmente da altri viaggiatori e non facili da individuare a meno che non si vada a cercare con attenzione, non è davvero indicativo fare distinzioni in base allo standard della struttura.
2) Le cimici da letto vivono principalmente nel materasso e nella rete del letto, ma se l’infestazione è avanzata possono trovarsene anche sulla testiera e nella mobilia limitrofa. Si attaccano inoltre facilmente ai capi di abbigliamento e potrebbero intrufolarsi in borse e valigie. Per quello l’ideale, non appena si entra in una nuova stanza, sarebbe lasciare i bagagli chiusi accanto alla porta e non poggiare giacche, sciarpe o altro sul letto prima di averlo ispezionato.
3) Generalmente le cimici da letto non vanno “a spasso” per il letto durante il giorno ma stanno rintanate ed escono soltanto durante la notte per “sfamarsi” con il loro ospite, quindi non è facile coglierne una o più in movimento. Per questo durante l’ispezione non si cerca tanto la presenza di questi insetti quanto le loro tracce. Parlo ovviamente di escrementi e residui dovuti alla muta, quando crescono da larve a insetti adulti. Se la cimice in sé è sfuggente, queste tracce sono invece piuttosto evidenti: in caso di infestazioni la loro presenza sarà immediatamente nota anche a un primissimo sguardo, senza sforzo (lascio qui il link di un’immagine come riferimento visivo. Non metto direttamente l’anteprima della foto visto che l’argomento è già di per sé poco piacevole, magari chi legge preferisce scegliere se avere o meno schifezze sbattute in faccia senza cerimonie… soprattutto qualora a leggere ci siano persone facilmente suggestionabili tipo me, che ho passato l’ultimo quarto d’ora a scrivere immaginandomi un prurito sulle braccia). Questi residui si vanno in genere ad accatastare nelle pieghe dei materassi o negli angoli della rete e della struttura del letto, quindi la prima cosa da fare è alzare le lenzuola e andare a guardare lì, magari con l’aiuto di una torcia (va bene anche quella del cellulare).
4) Io in genere, per scrupolo, do un’occhiata anche ai cuscini togliendo le federe, ma è davvero una precauzione in più dopo un’accurata ispezione di rete e materasso: se questi risultano completamente privi di tracce, è quasi impossibile che se ne trovino altrove. Stessa cosa per il controllo della struttura del letto, dei comodini e, leggevo tempo fa, anche delle eventuali lampade e prese della corrente accanto al letto. Come detto, se il materasso e le lenzuola non hanno alcuna traccia della presenza di questi insettini, è praticamente impossibile che si trovino addirittura nella mobilia a fianco del letto. Questa è però un’informazione importante per chi si trova a dover disinfestare: in caso di invasione, infatti, il proprietario della struttura non deve soltanto disfarsi del contenuto della stanza, ma anche smontare le prese della corrente ed eventuali altri elementi di arredo fissati alla parete prima di attivare il prodotto disinfestante, che deve essere in grado di raggiungere qualsiasi anfratto, anche quelli che normalmente sembrano sigillati.
5) Riguardo la possibilità che una camera infestata risulti in un’infestazione diffusa a quasi tutta la struttura, invece, bisogna dire che è un’eventualità rara, dovuta perlopiù a disattenzione in fase di pulizia. L’importante per evitare ciò è ovviamente evitare la “contaminazione” tra una stanza e l’altra: se quando vengono tolte le lenzuola in una camera queste non vengono portate all’interno di un’altra, ma lasciate nel carrello all’esterno, le possibilità di contaminazione sono quasi nulle. Anche ammassando tutte le lenzuola di diverse stanze in un unico carrello il problema non sussiste, perché quel bucato è comunque destinato alla lavanderia, dove un lavaggio ad almeno 50° garantisce l’uccisione di tutti gli eventuali insetti, uova comprese.
Tempo fa avevo letto anche di altri “segnali” che possono rivelare la presenza di cimici da letto come le piccole striature di sangue sulle lenzuola, dovute allo schiacciare accidentalmente un insetto mentre si dorme. Questa è senz’altro un’eventualità, ma si tratta di un segnale individuabile a posteriori, ovvero dopo aver dormito in un letto potenzialmente infestato. Effettuando un controllo prima si può escludere la possibilità a priori e stare più tranquilli a prescindere, visto che a volte le striature possono essere semplicemente dovute a una crosticina o una minuscola ferita sulla propria pelle che si stacca accidentalmente nel sonno e sanguina leggermente: avendo fatto un’approfondita ispezione prima si è in grado di evitare del panico immotivato.
Si tratta, come visto, di un’ispezione piuttosto veloce, che consiglierei perciò di eseguire anche se si raggiunge la propria camera stremati da un lungo viaggio e con il solo desiderio di stendersi: cinque minuti in più di attenzione valgono sicuramente la totale pace mentale per il resto del soggiorno.
Spero che questi pochi consigli possano risultare utili a prevenire eventuali fastidi dovuti a queste presenze indesiderate. Avete mai avuto problemi o sospetti legati alla presenza di bed bugs in strutture in cui avete soggiornato? In genere come vi comportate a riguardo? Attendo di sapere la vostra in merito.