Visita alla Monument Valley

Quando si pensa al Far West di molti celebri film hollywoodiani, sono i paesaggi mozzafiato e quasi surreali come quelli che vi attendono alla Monument Valley che saltano immediatamente alla mente: un orizzonte arido e sterminato, le pietre rossicce, il panorama punteggiato da quelle formazioni geologiche a forma di “mano” (le più celebri denominate, non per nulla, Mittens, cioè “muffole”), le grandi mese e i pinnacoli rocciosi.
L’iconicità del paesaggio (immortalato in molte famose pellicole, tra cui C’era una volta il West di Sergio Leone) è senz’altro uno dei motivi principali per cui si sceglie di includere la Monument Valley in un giro dei parchi nell’ovest degli States (con una media di circa 350.000 visitatori l’anno, si tratta di uno dei parchi nazionali più visitati del Paese).

Ma come organizzare la visita se si decide di inserire la Monument Valley in un tour più ampio? Cosa vedere e quanto tempo è necessario per goderne appieno? Meglio accedere con mezzi privati o scegliere soluzioni in loco? Pernottare o meno? E quali sono i costi?
In questo articolo vorrei non solo rispondere a queste domande, basandomi soprattutto sulla mia esperienza personale, ma anche indicare alcune delle attrazioni e dei punti di osservazione principali assolutamente imperdibili durante il vostro giro.

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Informazioni generali

Innanzitutto è importante sapere che la Monument Valley, trovandosi interamente all’interno del territorio della cosiddetta Navajo Nation, è gestita dall’omonima comunità di nativi americani. Ciò a livello organizzativo, come menzionavo anche QUI, va ricordato specialmente se si sceglie di intraprendere un viaggio verso questa destinazione durante il periodo in cui il resto della nazione osserva l’ora legale: se si viene dall’Arizona, che invece non adotta l’ora legale nella stagione estiva, ci sarà un cambio di fuso orario entrando in territorio Navajo, da tenere a mente per gli orari di apertura e chiusura del parco.

Come arrivare e orari di apertura
L’ingresso della Monument Valley si trova quasi a cavallo del confine tra Arizona e Utah. È possibile raggiungerlo provenendo da sud seguendo la Highway 163, l’entrata si trova circa 38km a nord di Kayenta.
L’accesso ai percorsi nella valle e al Visitor Center e al relativo museo sono possibili dalle 6:00 di mattina alle 20:00 nella stagione estiva (da maggio a settembre inclusi) e dalle 8:00 di mattina alle 17:00 nella stagione invernale (da ottobre ad aprile), con chiusura totale per festività come Natale e Ringraziamento.

Tempistiche per la visita
Il biglietto d’ingresso ha validità giornaliera, ma se si vuole inserire la visita della Monument Valley all’interno di una giornata di transfer o combinarla con visite di altri siti limitrofi (come abbiamo fatto noi) calcolate circa un paio d’ore per l’intero giro della valle in auto, con soste comode ogni tanto per ammirare il panorama e magari fare un paio di foto (in totale il percorso in auto è lungo circa 27km).
Per gli amanti dell’hiking, oltre al tour in auto è possibile dirigersi verso la West Mitten Butte, attorno a cui si sviluppa un percorso specificamente pedonale. In questo caso il giro totale può richiedere 2-3 ore, trattandosi di un sentiero ad anello lungo circa 5.3km.
NB: Lungo il percorso non sono disponibili fonti di acqua potabile, motivo per cui, oltre a calzature consone al terreno battuto e caratterizzato da alte temperature (specialmente nei mesi estivi), si consiglia di prendere tutte le precauzioni solite in caso di trekking in luoghi aridi e non riparati dal sole: crema solare, cappello, occhiali da sole e almeno un litro d’acqua.

Costi e restrizioni
Il biglietto d’ingresso si può acquistare direttamente all’entrata, ha un costo di 20$ per un veicolo che trasporta da 1 a 4 persone (6$ extra per ogni viaggiatore aggiuntivo) e 10$ per motocicli (questi ultimi però non sono consentiti per guidare all’interno della valle).
Essendo gestito dalla comunità Navajo, il Parco non accetta tessere come il National Park Pass all’ingresso. Inoltre il biglietto di entrata normale non garantisce l’accesso al Back Country, area accessibile solo previo acquisto di un ulteriore permesso (12$ con validità 24 ore) e accompagnati da una guida. Tuttavia ciò che si può vedere con il permesso normale già di per sé riempie gli occhi, e include tutte le viste sceniche più celebri del Parco.
È possibile acquistare un permesso particolare anche qualora si vogliano effettuare riprese e/o servizi fotografici per scopi professionali o commerciali.
Come in tutti i Parchi Nazionali americani è severamente vietato deturpare in qualsiasi modo il paesaggio naturale, perciò seppur consentito muoversi autonomamente con mezzi propri si fa assoluto divieto di uscire dal tracciato (tra l’altro il percorso è in terra battuta, non asfaltato, e alquanto irregolare in determinati punti, motivo per cui qualora decidiate di avventurarvi verso questa destinazione con un’auto a noleggio suggerirei di affittare un 4×4, fuoristrada o comunque un veicolo abbastanza alto e adatto a questo tipo di terreno).

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Offerte per il visitatore
Qualora vogliate raggiungere il Parco autonomamente ma poi parcheggiare la vostra auto e visitarlo accompagnati da una guida locale, tra i servizi offerti ci sono tour in jeep e altri a cavallo, acquistabili direttamente all’arrivo oppure online dal sito ufficiale.
Per chi sceglie di visitare il parco nel tardo pomeriggio e poi pernottare in loco, così da poter ammirare le formazioni rocciose prima con la morbida luce del tramonto e poi, il giorno dopo, a luce piena, la Monument Valley mette a disposizione il View Hotel, una struttura a volte criticata dai turisti in quanto propone tariffe piuttosto proibitive (i prezzi per camera vanno da 99$ a 349$ a notte!)… d’altronde avere l’esclusiva all’interno del Parco ha i suoi vantaggi e la direzione di questo hotel inaugurato nel 2008 lo sa bene: chiunque voglia godere di un tramonto e un’alba con vista Monument Valley dal proprio balcone privato non può fare altro che scegliere questa soluzione. Ovviamente la prenotazione al The View non include il prezzo di ingresso alla Monument Valley, da pagare separatamente.
Oltre alle stanze d’albergo, la struttura offre anche la possibilità di alloggiare in bungalow o, per prezzi leggermente inferiori, attrezzarsi con mezzi propri (inclusi camper e roulotte) nelle aree di camping designate all’interno del territorio del Parco.
L’hotel è anch’esso gestito dalla comunità Navajo, così come l’omonimo ristorante e il resto delle attività all’interno del territorio del Parco, incluse le bancarelle dove è possibile trovare oggettistica di loro produzione.

Principali punti di interesse

Un po’ di “storia”
Ciò che ha reso la Monument Valley un vero e proprio simbolo del West incontaminato sono le iconiche e riconoscibilissime formazioni geologiche, create dalla costante erosione degli agenti atmosferici nell’arco di milioni di anni.
Il territorio è caratterizzato da roccia sedimentaria, perlopiù arenaria e altro materiale di origine minerale che si è ammassato qui a partire dal Paleozoico, a seguito del ritiro delle acque che precedentemente coprivano l’altopiano del Colorado e con l’accumularsi dei detriti trasportati dai corsi d’acqua che scendevano dalle Montagne Rocciose. L’altopiano ha inoltre subito un innalzamento circa 65 milioni di anni fa a seguito della collisione tra la placca tettonica pacifica e quella nord-americana, le cui onde sismiche si sono spinte verso est in questa direzione e hanno creato un processo di mutamento naturale tuttora in corso, seppure invisibile a occhio nudo. Ciò spiega anche la presenza di materiale effusivo vulcanico in quest’area.
A far sì che gli agglomerati rocciosi originariamente noti come mesa (dallo spagnolo “tavola”, in quanto molto estesi e dalla cima piatta) si trasformino nel corso dei millenni prima in butte (formazioni di estensione notevolmente inferiore) e poi in spire (lo stadio di erosione finale, dall’aspetto di pinnacoli alti e stretti) sono ovviamente agenti come vento, acqua e ghiacci, che sgretolano questi massicci lentamente e inesorabilmente.

Il percorso della Valley Drive

Hogan Village: Appena fuori dal parcheggio principale, vicino al Visitor Center, e prima di avventurarsi nella Valley Drive, si incontra questo piccolo agglomerato di casupole coperte di fango. Le strutture sono note come hogan, che significa “casa”, e hanno forme diverse a seconda del loro utilizzo: i Navajo credono che esista un equilibrio tra maschile e femminile in tutto ciò che li circonda, così anche le hogan di questo piccolo villaggio sono Male (maschili), ovvero quelle a forma di cono e utilizzare come abitazioni temporanee, e Female (femminili), quelle dalla forma tondeggiante utilizzate come abitazioni permanenti, in grado di ospitare un numero maggiore di persone. Al momento agglomerati di hogan come questo sono ancora visibili su tutto il territorio, accanto ad abitazioni moderne, perché tuttora abitate dai membri più anziani della comunità e usate a volte per motivi cerimoniali. A quanto pare queste costruzioni sono in grado di isolare la temperatura interna da quella esterna, mantenendo l’interno sempre più fresco in estate e facendo sì che il calore del fuoco non si disperda d’inverno.
Accanto al parcheggio avrete già la possibilità di ammirare il più celebre scorcio della Monument Valley, quello con la veduta d’insieme delle Mittens da un punto elevato. Da questo punto ci si avventura in auto lungo la strada sterrata che porta nel cuore vero e proprio della valle.

West Mitten, East Mitten e Merrick Butte: Seguendo il percorso della Valley Drive, queste sono le prime formazioni che incontrerete, le stesse ammirate dal punto panoramico accanto al parcheggio e all’Hogan Village: le famose tre butte che avrete visto migliaia di volte nelle immagini più rappresentative della Monument Valley. Quella centrale e quella sulla sinistra, viste frontalmente, sono denominate Mittens (West e East), per via della forma che ricorda quella di un guanto a manopola, mentre quella sulla destra è stata chiamata Merrick in onore di un uomo che ha lavorato per il Generale Custer negli anni ’60 dell’Ottocento, quando circa 4000 Navajo sono stati catturati e tenuti prigionieri a Fort Sumner, in New Mexico. Lungo il percorso, mentre avrete le tre butte sulla vostra sinistra, a destra capeggerà l’imponente mesa denominata Mitchell Mesa, anche questa per ricordare un altro uomo al servizio di Custer nello stesso periodo.

Elephant Butte: Proseguendo oltre le tre butte, sempre sul lato sinistro della strada, si incontra questa formazione dalla dimensione leggermente superiore alle prime e dalla forma più irregolare che, creativamente, è stata associata a quella di un elefante.

The Three Sisters e John Ford’s Point: Poco oltre la Elephant Butte, stavolta guardando sulla destra della strada, è possibile ammirare tre pinnacoli di altezza leggermente differente tra loro. Anche queste sono state denominate in base a un’associazione mentale creativa che vorrebbe che le spire assomigliassero a tre suore, di cui la più alta è rivolta verso le altre due, identificate come le “allieve”. Da questo punto, guardando in lontananza davanti a sé, si intravede anche un uomo a cavallo su un’altura: si tratta ovviamente di un monumento che identifica il cosiddetto John Ford’s Point, anch’esso raggiungibile in auto e chiamato così in onore di un famoso regista di western (colui che ha reso celebre John Wayne).

Camel Butte e The Thumb: Appena passata la Elephant Butte, sempre sullo stesso lato della strada, capeggia invece un’altra butte dalla forma associata a quella di un cammello, e per questo così denominata. Subito dietro a questa formazione, ma meglio visibile successivamente sulla via del ritorno, è visibile un’altra più piccola e distaccata dal resto della butte, ufficialmente denominata The Thumb, ovvero “il pollice” (anche se alcuni, per rimanere in tema film western, hanno associato la forma a quella di uno stivale da cowboy).

Rain God Mesa e The Hub: Proseguendo dritti dalla Camel Butte si passa accanto alla Rain God Mesa, sulla sinistra, che segna il centro geologico del parco. Il suo nome è dedicato alla divinità della pioggia, entità venerata dagli uomini di medicina della comunità Navajo per far sì che alla gente non manchi mai l’importante risorsa che è l’acqua. Alla base della mesa si possono inoltre chiaramente individuare delle sorgenti acquifere naturali, che sgorgano dalla roccia creando delle striature nerastre sull’arenaria.
Il percorso prosegue curvando intorno a questa mesa, tenendola sulla sinistra, e poco prima di addentrarsi nel tratto di strada che costeggia anche un’altra mesa (la Thunderbird), è possibile fermarsi per ammirare l’estesa vallata sulla destra del percorso, al centro di cui si può distinguere quello che appare come un piccolo cumulo roccioso denominato The Hub (“il centro, il fulcro”). Per i Navajo simboleggia il centro di un hogan, ovvero lo spazio generalmente dedicato al focolare.

Thunderbid Mesa, Sands Spring Aquifers e Totem Pole: La Valley Drive prosegue a questo punto attraversando lo spazio tra la Rain God Mesa da un lato e la Thunderbird Mesa dall’altro (al di là di quest’ultima si estende il percorso Back Country accessibile solo con un tour guidato). Questa mesa ha una forma allungata e, al termine, è possibile ammirare delle altre fonti acquifere naturali (chiamate Sands Spring in quanto fluiscono dalle rocce arenarie). Da questo punto, prima di continuare il percorso lungo la Spearhead Mesa, ci si può fermare per lanciare un’occhiata a una spire visibile in lontananza sulla destra, oltre l’estremità finale della Thunderbird Mesa, e denominata (qui non serve troppa fantasia per capire il perché) Totem Pole.

Spearhead Mesa e Artist’s Point: Il percorso ad anello intorno alla Rain God Mesa prosegue passando accanto a un’altra imponente mesa sul lato destro della strada, denominata Spearhead Mesa in quanto annessi ci sono vari pinnacoli rocciosi che richiamerebbero la forma di punte di freccia. Poco prima di curvare seguendo il percorso principale, c’è una deviazione che porta a un punto denominato Artist’s Point Overlook, ovvero un punto panoramico fuori dal tracciato dedicato a coloro che vogliono fermarsi a immortalare la bellezza del luogo in foto o, perché no, su tela.

Cly Butte e North Window Overlook: L’anello della Valley Drive intorno alla Rain God Mesa va a chiudersi vicino alla Camel Butte, da cui si riprende il percorso a ritroso passando nuovamente accanto alla Elephant Butte, la Merrick e le Mittens in direzione uscita. Poco prima di arrivare al “pollice” dietro la Camel Butte, però, c’è un ultimo punto in cui vale la pena fare una breve sosta, appena dopo la butte denominata Cly (significa “sinistra” in lingua Navajo ed era il nome di un famoso uomo di medicina della comunità, a quanto pare sepolto proprio ai piedi di questa butte). Tra la Cly e la Camel Butte si apre uno spazio chiamato North Window Overlook: letteralmente una finestra che regala una veduta sconfinata della parte settentrionale della valle.

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Così come già in occasione della visita al Grand Canyon, anche della nostra esperienza alla Monument Valley non posso che dire di essere stata pienamente soddisfatta dall’efficienza dell’organizzazione generale. Ho inoltre apprezzato la quantità e qualità del materiale informativo fornito gratuitamente all’ingresso, grazie a cui è possibile vedere oltre la magnificenza delle formazioni rocciose, scoprendo almeno in parte qualcosa anche della cultura Navajo e del loro legame con questo territorio.
Ovviamente già appena messo piede all’interno del Parco sarà la spettacolarità della natura a conquistare il visitatore al primo sguardo, ma spero che nel loro piccolo queste informazioni possano essere utili se state progettando un giro da queste parti per aiutarvi a scegliere il tipo di visita in base ai vostri gusti e alle vostre esigenze. Se invece siete già stati aspetto di leggere qui sotto nei commenti i vostri pareri in base alle scelte da voi fatte e i vostri ricordi più indelebili del tempo trascorso in questo luogo meraviglioso.

 

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4 pensieri su “Visita alla Monument Valley

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